I 50 anni della Corte di Giustizia europea

Il 4 dicembre 2002, nella sede di Lussemburgo, si è tenuta una cerimonia solenne.

Il 4 dicembre 2002, la Corte di Giustizia europea, suprema autorità giurisdizionale delle Comunità europee, ha compiuto il cinquantesimo anniversario della sua istituzione, stabilita a Lussemburgo il 4 dicembre 1952. Infatti, in quella data avvenne la nomina dei 7 giudici e 2 avvocati generali da parte dei Governi fondatori: Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il primo Presidente eletto dai 6 giudici fu allora l’ italiano Massimo Pilotti, che svolse le sue funzioni di Presidente della Corte per sei anni, funzioni che cessarono nel 1958. Gli altri giudici italiani che si sono susseguiti nel tempo sono stati: Nino Rossi, Nicola Catalano, Alberto Trabucchi, Riccardo Monaco, Francesco Capotorti, Federico Mancini, Giuseppe Tesauro, Antonio Saggio. I membri attuali sono: il giudice Antonio La Pergola e l ‘avvocato Antonio Tizzano).Come si è scritto, stabilita nel Granducato di Lussemburgo sin dal 1952, come organo giurisdizionale della prima Comunità europea del Carbone e dell’ Acciaio (CECA), la Corte di Giustizia è divenuta nel 1958 l’ organo giurisdizionale supremo della Comunità europea dell’ energia atomica ( EURATOM) e della Comunità economica europea riunitesi, a partire dal1993, un’ unica Comunità europea. I Trattati di queste Comunità ( la CECA ha concluso la sua esistenza nel luglio 2002) affidano espressamente alla Corte di giustizia la missione di assicurare il rispetto del diritto nell’ interpretazione e nell’ applicazione dei Trattati. La Corte assicura quindi l’ interpretazione uniforme e l’ applicazione concreta del diritto Comunitario in un’ Europa che, da cinquanta anni, utilizza, nel suo progetto d’ unificazione esclusivamente la forza del diritto. La Corte di giustizia ha la missione di interpretare in modo uniforme il diritto Comunitario: essa è in particolare incaricata di mantenere l’ equilibrio fra le competenze dell’ Unione e quelle degli Stati membri, di controllare la legalità degli atti delle istituzioni dell ‘ Unione e di curare il rispetto e l’ applicazione del diritto Comunitario da parte degli Stati membri.Grazie alla sua composizione ( un giudice per Stato membro) la Corte di giustizia è l’ istituzione in cui si incrontrano le tradizioni giuridiche di tutti gli Stati membri dell’ Unione e forgiano un nuovo diritto: il Diritto Comunitario. Esso è distinto dal diritto nazionale e superiore ad esso, direttamente applicabile e uniforme negli Stati membri. Nella sua giurisprudenza, che conta, in 50 anni di attività circa 6000 sentenze, la Corte di giustizia ha sviluppato una concezione dell’ Unione come una Comunità di popoli. Per questa ragione, essa è stata particolarmente attenta ai diritti conferiti ai cittadini ( in quanto consumatori o operatori economici, studenti o pensionati) e specialmente alla protezione dei diritti fondamentali. La Corte ( costituita da più di 1000 funzionari) lavora in 11 lingue. Ogni tribunale nazionale di qualsivoglia istanza, può – nel corso di una controversia che si trovi a giudicare – porre alla Corte le sue domande sul diritto Comunitario nella sua lingua ufficiale. Nel corso dello svolgimento delle difese l’ avvocato proveniente da uno Stato membro può esprimersi nella sua lingua: gli interpreti della Corte assicurano l’ interpretazione verso le altre lingue ufficiali. Le sentenze della Corte sono disponibili – grazie ad un servizio composto di giuristi linguisti che rappresentano 1/3 del personale – in tutte le lingue ufficiali e pubblicate sul sito Internet della Corte di Giustizia (www.curia.eu.int). Nei cinquant’ anni di storia della Corte di Giustizia europea, i giudici italiani – come si è letto – hanno attivamente contribuito all’ elaborazione della giurisprudenza comunitaria. La Divisione stampa e informazione della Corte ha diffuso un breve elenco delle molte decisioni con cui i giudici europei hanno influito sulla legislazione italiana. Nel link riportiamo le sentenze più significative.

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