Oggetto della ricerca è il rischio quale si manifesta nel peculiare settore osservato.
Esso è connesso ad ogni attività umana e, nel linguaggio comune, è spesso usato come sinonimo di probabilità di una perdita o di un pericolo.
Nella valutazione del rischio professionale il concetto di rischio combina la probabilità del verificarsi di un evento con l impatto che questo evento potrebbe avere con le sue differenti circostanze di accadimento.
L’ospedale costituisce una struttura lavorativa particolare in cui gli aspetti di sicurezza ambientale, del lavoro, e delle prestazioni cliniche sono fortemente correlati e necessitano di un approccio integrato tanto nella valutazione che nella gestione del rischio. Relativamente alla percezione, nonché alla gestione del rischio chimico nel settore sanitario, le principali problematiche riscontrabili, sono dovute a:
-diverse modalità di esposizione (legate alla variabilità delle procedure, delle sostanze, del tipo di assistenza da dover prestare
);
-multi esposizione;
-basse dosi;
-organizzazione del lavoro ( turni, rapido turn-over, attività didattica, alti livelli di professionalità, ecc.).
La valutazione del rischio chimico, in generale, è codificata dai D.Lgs. n. 52/97 per le sostanze e n. 65/03 per i preparati (che ha abrogato il D.Lgs. n. 285/98), secondo i quali gli agenti chimici vengono suddivisi in base alle loro caratteristiche di pericolosità.
Recentemente è stato pubblicato il regolamento REACH, entrato in vigore il 1° gennaio 2007. Le caratteristiche di ogni sostanza sono riportate nelle schede di sicurezza, strumento purtroppo spesso trascurato, e nelle etichette i cui pittogrammi, insieme alle frasi di rischio e di prudenza, evidenziano la pericolosità dell’agente in questione.
(LG)