Gli italiani sono delusi dei propri politici che giudicano troppo litigiosi e inconcludenti, vivono in territori iperurbanizzati dove, soprattutto al Sud, è sempre più presente la criminalità organizzata e sono costretti a barcamenarsi fra spese alte (tariffe, multe, parcheggi e gabelle varie), budget bassi e la continua e sempre più pressante promozione dei consumi. Inoltre, sulle loro spalle ricade il peso del welfare: le famiglie si vedono costrette a caricarsi di compiti assistenziali, particolarmente gravosi per le situazioni più problematiche di non autosufficienza e assistenziali, di fatto sopperendo ai vuoti del sistema pubblico.Il Paese ha ancora evidenziato il Prof. De Rita ha lottato per resistere alla crisi seppure con una evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali.
E, fatti, oggi, sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali che di massa, per esempio comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze medianiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro.
Il report sottolinea che si sono appiattiti i nostri riferimenti alti e nobili (leredità risorgimentale, il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo, la fede in uno sviluppo continuato e progressivo), soppiantati dalla delusione per gli esiti del primato del mercato, della verticalizzazione e personalizzazione del potere, del decisionismo di chi governa. E una società appiattita fra franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa.
LItalia, insomma, non riesce più a individuare un dispositivo di fondo (centrale o periferico, morale o giuridico) che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma così una diffusa e inquietante regolazione pulsionale, con comportamenti individuali allimpronta di un egoismo autoreferenziale e narcisistico: negli episodi violenza familiare, nel bullismo, nel gusto di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca di esperienze che sfidano la morte (per esempio il balconig).
Di fronte ai problemi e allurgenza di adeguate politiche per rilanciare lo sviluppo viene meno la fiducia e ancora più improbabile è che i possa contare sulle responsabilità della classe dirigente.
La tematica rigore-ripresa è ferma alle parole, la riflessione sullo sviluppo europeo è flebile, i tanti richiami ai temi allordine del giorno (scuola, occupazione, infrastrutture, legalità e Mezzogiorno) sono solo enunciati seriali.
Il Censis aggiunge che replicare il modello italiano, come abbiamo fatto negli ultimi anni, sarà anche unutile arma per difenderci più o meno bene dalle crisi e dal declino interno, ma non garantisce ripresa reale.
(LG-FF)