Il bilancio di dieci anni di attività del consorzio Ecolight

Con 200mila tonnellate di rifiuti elettronici raccolti, il consorzio nazionale per la gestione dei RAEE fa il punto della situazione dall’entrata in vigore del principio “chi inquina paga” che coinvolge le aziende nel processo di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Dieci anni di RAEE e dieci anni di operatività per Ecolight. In due lustri di impegno nella raccolta e smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche il consorzio nazionale ha gestito quasi 200mila tonnellate di RAEE.

“Tra il settembre e il novembre del 2007 fu approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che sanciva il principio ‘chi inquina paga’ per il mondo dei RAEE”, ricorda il direttore generale di Ecolight Giancarlo Dezio. “Il consorzio, che proprio in quel periodo iniziò l’attività, si fece interprete delle novità normative consorziando sempre più imprese – ad oggi sono oltre 1.700 – e coinvolgendole nel processo di raccolta e trattamento dei rifiuti elettronici secondo i principi enunciati dalla norma”. Il sistema che ne nacque, basato su una rete di sistemi collettivi e coordinato dal Centro di Coordinamento RAEE e che mosse i primi passi nel gennaio 2008, ha permesso in questi anni di superare i due milioni di tonnellate di RAEE raccolti, contribuendo in modo significativo al recupero di importanti quantitativi di materie prime seconde e alla tutela dell’ambiente.

L’azione di Ecolight si è concentrata soprattutto sui piccoli elettrodomestici, sull’elettronica di consumo e sulle sorgenti luminose (indicati rispettivamente nei raggruppamenti R4 ed R5): ben 150mila tonnellate di rifiuti raccolti dal Consorzio sono stati rappresentati da frullatori, ferri da stiro, cellulari, smartphone, lampadine fluorescenti e a risparmio energetico non più funzionanti, nonché trapani e avviatori, caricabatterie e telecomandi. “Ecolight si è caratterizzato fin dall’inizio per l’attenzione dedicata a questa tipologia di rifiuti”, continua Dezio. “I piccoli rifiuti elettronici però necessitano un’attenzione costante perché sono quelli più difficili da intercettare. Gli sforzi fatti e le normative che hanno introdotto i principi dell’Uno contro Uno e dell’Uno contro Zero coinvolgendo così anche la Distribuzione nella raccolta di questi rifiuti hanno dato un contributo nel migliorare i tassi di raccolta”.

Ecolight, con i servizi attivati per la Distribuzione fin dal 2010 – quando entrò in vigore l’obbligo per i negozi di ritirare le vecchie apparecchiature elettroniche a fronte dell’acquisti di un’apparecchiatura di equivalente funzionalità – ha raccolto oltre 16.000 tonnellate di RAEE servendo ogni anno più di 2.500 punti vendita. “L’uno contro zero è andato oltre, permettendo ai cittadini di consegnare i RAEE piccole dimensioni, e solo questi, in negozio senza alcun obbligo di acquisto”, prosegue il direttore generale di Ecolight.

Oggi il mondo RAEE necessita di un impulso ulteriore per raggiungere gli obiettivi europei. Il 45% di raccolta, calcolato sulla media di quanto immesso sul mercato nei tre anni precedenti, è ancora da raggiungere. Punti nodali saranno un sempre maggior coinvolgimento dei cittadini nella differenziazione dei loro rifiuti elettronici, ma soprattutto il cosiddetto “open scope” che è atteso nell’agosto del prossimo anno e che allargherà anche ad altri prodotti il campo di applicazione della normativa RAEE.

“Il tema dei rifiuti elettronici, ambito che è costantemente in evoluzione sia sotto il profilo normativo sia dei prodotti, richiede il contributo di tutti, in particolare delle aziende che, secondo il principio di ‘chi inquina paga’, sono chiamate attraverso i sistemi collettivi a farsi carico dei costi di raccolta e trattamento. Le 200.000 tonnellate gestite da Ecolight in 10 anni rappresentano un piccolo tassello in un ambito che deve ancora crescere per sensibilità e volumi”.

Fonte: Ecolight

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