Poche luci e molte ombre nella fotografia che il rapporto “Ecosistema Scuola” di Legambiente offre sulla qualità del patrimonio edilizio scolastico, con il 43,8% degli edifici dei comuni capoluogo che necessita di manutenzione urgente e alcuni esempi di scuole virtuose e innovative che indicano la strada per una nuova cultura scolastica.
Il XVIII rapporto
“Ecosistema Scuola” di Legambiente, presentato a Roma nel corso del secondo Forum Scuola Innova, fa il punto sulla sicurezza degli edifici scolastici italiani e punta il dito contro le mancate promesse dell’anagrafe scolastica – fondamentale per pianificare risorse ed interventi – che risulta ancora incompleta e imprecisa, incapace di dare informazioni utili per una messa in sicurezza degli edifici che ospitano ogni giorno studenti e personale scolastico, nonostante un territorio fragile e la mancanza di manutenzione diffusa.
In sintesi, oltre il 41% degli edifici scolastici (pari a 15.055) si trova in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti; il 43% di questi risale a prima del 1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica; solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica. In quattro anni finanziati 992 progetti tra interventi per adeguamento sismico e nuovi edifici, di cui solo 532, pari al 3,5% del totale, in aree a rischio elevato. Di questo passo occorreranno altri 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese.
Nel rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica presentate anche dieci scuole virtuose e innovative che indicano la strada per una nuova cultura scolastica.
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