Il numero di Dati INAIL di gennaio 2023 presenta il bilancio provvisorio degli infortuni sul lavoro del 2022

Presentato nel nuovo numero di Dati INAIL il bilancio provvisorio degli infortuni sul lavoro del 2022. Il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dedica un approfondimento ai risultati delle rilevazioni mensili delle denunce presentate all’INAIL da cui emerge un incremento del 25,7% rispetto al 2021 e dell’8,7% rispetto al 2019, in crescita anche le malattie professionali, tornate ai livelli pre-pandemia.

 

In attesa della Relazione annuale del presidente di metà anno, che includerà l’analisi consolidata dell’andamento di infortuni e malattie professionali nel quinquennio 2018-2022, il nuovo numero del periodico Dati INAIL, curato dalla Consulenza statistico attuariale, approfondisce i dati provvisori dell’ultimo anno, frutto delle rilevazioni mensili delle denunce presentate all’INAIL. Alla data dello scorso 31 dicembre, gli infortuni denunciati nel 2022 sono stati 697.773, in aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. A livello nazionale i dati evidenziano, in particolare, un incremento rispetto al 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro (+28,0%) sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+11,9%).

Il numero delle denunce ha segnato un +24,5% nella gestione Industria e servizi (dai 464.401 casi del 2021 ai 578.340 del 2022), un -3,6% in Agricoltura (da 26.962 a 25.999) e un +46,3% nel Conto Stato (da 63.873 a 93.434). Gli infortuni in occasione di lavoro sono in aumento in quasi tutti i settori produttivi, a partire dalla Sanità e assistenza sociale (+113,1%), dal Trasporto e magazzinaggio (+79,3%), dalle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+55,2%) e dall’Amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (+54,8%). L’aumento rilevato nel 2022 rispetto al 2021 per gli infortuni in complesso è legato sia alla componente maschile, che presenta un +16,0%, sia soprattutto a quella femminile, che registra un +42,9%, in larga misura influenzato dal notevole incremento degli infortuni in occasione di lavoro, in particolare quelli da Covid-19. L’emergenza sanitaria, infatti, ha fortemente condizionato l’andamento infortunistico, con un 2022 che nel solo primo trimestre ha superato il numero dei contagi dell’intero 2021.

L’effetto Covid emerge anche dall’analisi dei casi mortali denunciati, che nel 2022 sono stati 1.090, 131 in meno rispetto ai 1.221 del 2021, 180 in meno rispetto ai 1.270 del 2020 e uno in più rispetto ai 1.089 del 2019 pre-pandemia. Il calo rispetto al 2021 riguarda solo i decessi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 (-18,8%) per il notevole minor peso delle morti da contagio, mentre quelli occorsi in itinere sono aumentati del 21,0%.

Le infezioni di origine professionale denunciate allINAIL, con data di rilevazione al 31 dicembre di ciascun anno, sono state 131.090 nel 2020, 42.561 nel 2021 e 117.154 nel 2022. A tre anni dalle prime infezioni da Sars-CoV-2, il confronto dei dati triennali permette di rilevare caratteristiche e differenze riscontrabili in momenti distinti, dalla fase più acuta della pandemia (2020), con il succedersi delle due ondate più importanti, al periodo in cui il fenomeno si è fortemente attenuato (2021), per poi ripresentarsi con picchi di denunce di infortuni sul lavoro anche rilevanti (2022). Le professioni sanitarie, più esposte al contagio da Sars-CoV-2, sono in testa alla graduatoria in tutto il triennio. Al primo posto i tecnici della salute, con incidenze intorno al 40% che si abbassano nel 2021 per poi risalire l’anno successivo, al secondo gli operatori socio-sanitari, che registrano un calo, dal 19,2% del 2020 al 13,6% del 2022, mentre i medici, dopo una contrazione dell’incidenza nel 2021, mostrano una ripresa nell’ultimo anno, rappresentando un caso ogni 10 denunce.

Per quanto riguarda le malattie professionali, le quasi 61mila denunce del 2022 rappresentano un ritorno ai livelli pre-pandemia (nel 2019 quelle rilevate al 31 dicembre furono 61.310, il valore più alto dell’ultimo ventennio), dopo la contrazione registrata nel 2020 (45mila casi) a causa dello scoppio dell’emergenza Covid, con la conseguente oggettiva difficoltà di rivolgersi ai presidi sanitari per la raccolta della documentazione necessaria alla denuncia, e la ripresa del 2021 (55mila). A non cambiare in questi anni è il tipo di patologia denunciata più frequentemente, nel 2022, infatti, con quasi 39mila casi segnalati all’INAIL sono sempre le malattie del sistema osteo-muscolare a colpire maggiormente chi lavora, seguite a distanza dalle malattie del sistema nervoso, con oltre settemila denunce, quasi tutte per sindromi del tunnel carpale, da quelle dell’orecchio (ipoacusie), che raggiungono quasi quattromila casi, dai tumori (1.630) e dalle malattie del sistema respiratorio (1.600). Tra le neoplasie spiccano i mesoteliomi della pleura (in maggioranza asbesto-correlati) e i tumori maligni ai bronchi e ai polmoni, mentre tra le patologie respiratorie si rilevano soprattutto malattie della pleura e dei polmoni, sempre con l’amianto come causa principale.

DATI INAIL gennaio 2023
ANDAMENTO DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI

  • INFORTUNI SUL LAVORO: I DATI PROVVISORI DEL 2022
  • INFORTUNI SUL LAVORO DA SARS-COV-2: BILANCIO DI UN TRIENNIO
  • ANALISI DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI DEGLI ANNI 2019 E 2022 AL 31 DICEMBRE DI CIASCUN ANNO
  • MALATTIE PROFESSIONALI: I PRIMI DATI DEL 2022
  • L’INFORMAZIONE AI TEMPI DELLA PANDEMIA

Fonte: INAIL

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