Presentato a Roma dal Presidente del prestigioso istituto di ricerca, Lucio Bianco, il “Report 2002”
Il paradosso CNR: eccellenza scientifica e difficoltà di bilancio. Con questo titolo, l’ ufficio stampa ha comunicato la presentazione, del volume “CNR Report 2002″, nel quale sono illustrati i risultati raggiunti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 2001 e che rappresenta un criterio obiettivo per valutare la competitività dell’ Ente e impostare la programmazione per gli anni successivi. Il CNR Report 2002 conferma la capacità dell’ Ente di reggere il confronto con le analoghe organizzazioni europee, nonostante le esigue risorse finanziarie che l’ Italia destina complessivamente a Ricerca & Sviluppo, pari all’ 1,4% del PIL, contro il 2,46% della Germania, il 2,17% della Francia e l’ 1,87% della Gran Bretagna. Nel confronto internazionale solo Spagna, Grecia e Portogallo vengono dopo di noi. Il bilancio complessivo dell’ ente ammonta a 793 milioni di euro, di cui 541 provenienti dallo Stato, 155 dal mercato ( pubblico e privato) e 97 da altre entrate. Quanto alle risorse umane il Consiglio Nazionale delle Ricerche può contare su 8.082 unità, contro le 23.094 del Cnrs francese e le 11.612 del Max Planck tedesco. Il Csic spagnolo, con le sue 7.678 unità, risulta invece più o meno come il CNR. Colpisce, in questo contesto, il dato sul numero di pubblicazioni per ricercatore censite a livello internazionale, visto che il CNR con 1,71 è quasi allo stesso livello del Csic ( 1,93) e precede il Cnrs ( 1,42), superati tutti comunque dal Max Planck (2,05).Così come merita di essere sottolineato l’ aumento dell’ impact factor – vale a dire l’ indice che misura la frequenza con cui l’ articolo di una data rivista viene citato in un determinato biennio – in molte discipline scientifiche ( Scienze della vita, Scienze della Terra e dell’ ambiente e ingegneristiche e dell’ informazione) mentre è leggermente diminuito nelle Scienze di base e in quelle sociali e umanistiche. Va considerato che l’ impact factor rappresenta uno dei principali parametri di valutazione della qualità e della produttività dei singoli ricercatori, e perciò stesso anche dell’ ente da cui dipende.Molto interessanti anche i suoi brevetti: il CNR, infatti ha depositato 63 brevetti in Italia e 14 all’ estero. Da segnalare ancora la suddivisione della spesa per obiettivi: al primo posto troviamo la Protezione della salute umana ( 35%), seguita da obiettivi non socio-economici ( 19%), Produzione e tecnologia industriale ( 12%), Controllo e tutela dell’ ambiente (8 %) e Produzione e tecnologia agricola (7%).Nel corso della presentazione di Report 2002, il Presidente del CNR Lucio Bianco ha sottolineato che : ” E’ ormai evidente che i nostri ricercatori si collocano ad un livello di assoluta eccellenza e non temono in alcun modo il confronto internazionale. Proprio per questo è un peccato che non siano messi in condizioni di operare al meglio: sono infatti troppi anni che le risorse finanziarie scarseggiano e di conseguenza i programmi di ricerca sono caratterizzati dall’ incertezza, mentre i laboratori e le attrezzature sono sempre più obsoleti. Se questo stato di cose dovesse perdurare, si rischia di vanificare un patrimonio di cervelli di altissimo valore e di decretare la fine della ricerca scientifica nel nostro Paese. Quello che rivolgo a Governo e Parlamento è un appello accorato affinchè pongano maggiore attenzione all’ innovazione e allo sviluppo, pu nella difficoltà economica generale”. Dunque, il nodo principale del contendere è la scarsità di fondi a disposizione, che rispetto al 2000 sono già stati ridotti di 5 milioni di euro provenienti dai fondi pubblici.Con gli attuali fondi l’ ente sartà in grado soltanto di pagare gli stipendi e le spese fisse. La riduzione del 10% del bilancio annunciata dal Governo per i prossimi due-tre anni la situazione dell’ ente si aggraverà ancor più, tanto da dover cancellare 506 progetti di ricerca comunitari in corso e 305 accordi bilaterali di cooperazione scientifica.
Fonte: C.N.R.
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