Il Piano italiano di azione sulle droghe.

Il 29 novembre scorso, il Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ha illustrato al Consiglio dei Ministri le linee portanti del Piano italiano di azione sulle droghe.

Il Ministro della solidarietà sociale, considerando che fin dal 1998 l’Unione ruopea ha adottato piani di azione sulle droghe e che tutti gli Stati membri hanno anch’essi piani di azione, o documenti analoghi, rinnovati alla loro scadenza, ha definito le seguenti azioni prioritarie per la elaborazione del documento finale:

-La durata del piano: la scelta si è orientata su un piano di durata annuale (2008), al fine di giungere al termine dell’anno e di riagganciare la scadenza quadriennale (2009-2012) del piano di azione dell’Unione europea. Con questa scelta i piani di azione italiani si armonizzano con quelli europei; il processo di costruzione del piano annuale potrà servire di suggerimento per la successiva stesura del piano quadriennale; l conclusione del percorso e l’adozione del piano di azione, creerà un “precedente” dal quale non sarà più possibile prescindere.

-Un Piano pragmatico, da elaborare e costruire in base a proposte programmatiche e di interventi, escludendo ogni opzione ideologica.

-Un Piano definito e attualizzato: la scelta di adottare lo stesso schema utilizzato dal Piano europeo vincola alla esigenza di identificare azioni chiare, adottate con piena consapevolezza (per quanto riguarda la copertura finanziaria, la coerenza e la plausibilità con le altre politiche di settore).

-Un Piano partecipato con la massima concertazione possibile in quanto solo una costruzione partecipata può dare al piano le maggiori chanches possibili di credibilità e fattibilità:

-Un Piano valutabile, in quanto solo un approccio valutativo serio “ex-ante”-“ex post” consente l’identificazione di eventuali modifiche da apportare ai successivi interventi.
Al fine di procedere all’elaborazione del piano, è stato composto un apposito Tavolo di lavoro al quale sono stati chiamati rappresentanti delle istituzioni impegnate nelle azioni; vale a dire:

-Ministero della solidarietà sociale; Ministero della Salute; Ministero dell’Interno; Ministero della Pubblica Istruzione; Ministero degli Affari esteri; Ministero della Giustizia; Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive; Dipartimento per le Politiche della Famiglia; 3 rappresentanti regionali per l’area della salute (identificati dal coordinamento tematico delle Regioni); 3 rappresentanti regionali per l’area delle politiche sociali ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani; UPI 8 Unione delle province d’Italia).

E’stato inoltre chiesto il contributo dei rappresentanti dell’OEDT (Osservatorio europeo sulle droghe e tossicodipendenze), EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction), per utilizzare l’esperienza accumulata nel processo di revisione dello stesso piano di azione europeo e del monitoraggio di diversi piani nazionali.

(LG-FF)

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