Il Rapporto di Legambiente sull’ Ecosistema Urbano 2004

Presentato il 16 ottobre 2003, il Rapporto è costituito da 10 anni di ricerca sulla salute di 103 capoluoghi di provincia.

Legambiente, l’ emerita associazione ambientalista italiana, presieduta da Ermete Realacci, ha presentato, il 16 ottobre scorso a Cremona, Ecosistema Urbano 2004.Un’ esperienza unica a livello mondiale nell’ organizzazione dei dati ambientali delle città con lo scopo di fornire criteri di valutazione della sostenibilità. Come ha dichiarato Realacci, ” Nato all’ indomani della riforma che ha portato all’ elezione diretta del sindaco e ad una nuova stagione dei rapporti fra cittadino e istituzioni, il decennale di Ecosistema Urbano avviene in un momento cruciale per il mondo delle amministrazioni locali.Mentre si va consolidando definitivamente il proficuo rapporto fra i sindaci e il territorio, arrivano segnali che rischiano di annacquarne la sostanza: lo Stato centrale, ad onta del federalismo, vuole tornare protagonista indiscusso quando si parli di opere pubbliche. Comuni e province vengono poi costretti a tirare la cinghia, e non poco, con pesanti riduzioni di trasferimenti. Tagli che, se li sommiamo all’ assenza di efficaci e sistematiche politiche nazionali per la lotta al traffico, ai consumi insostenibili, e all’ inquinamento, indeboliranno l’ opera avviata dai sindaci in questi anni.” Un tale indebolimento porterà inevitabilmente un regresso nelle condizioni di vita inj città. ” Perché se è vero che le azioni di giunte e sindaci hanno spesso avuto effetti significativi, è vero anche che si è trattato di effetti che hanno, al più arginato i danni dell’ inquinamento senza però invertire la tendenza in atto. Basti citare il caso, uno dei più fortunati, della raccolta differenziata. Cresciuta dal 4 al 16% in 10 anni – traguardo importante anche se non all’ altezza delle indicazioni del decreto Ronchi ( 35%)- non ha però ridotto la quantità d’ immondizia che finisce in discarica o nell’ inceneritore: erano 25 mln di tonnellate nel ’93, nel 2001 sono ancora 24,5. E poi ci sono settori in cui invece assai poco si è fatto. Ma vediamo che cosa si legge nel Rapporto Ecosistema Urbano 2004 – del quale riportiamo il testo integrale nel link. In sintesi: sancisce nuovamente il dominio del Nord e della Lombardia, con 5 capoluoghi ( Cremona e Sondrio, appunto, e Lecco, Mantova, Bergamo) fra le prime dieci classificate. Grande assente il sud: a parte il pessimo piazzamento della Sicilia, bisogna scendere giù fino alla sedicesima posizione per incontrare Matera, leader meridionale della classifica. Altrettante posizioni per la successiva: Potenza 31esima. Non brillano le grandi città: la migliore è Venezia ( 23esima), seguita a distanza da Bologna (35), Verona (36), Genova ( 38) – ancora tutto al nord dunque. Da segnalare le performance negative di Milano (84) e Palermo ( 89), che non raggiungono un punteggio sufficiente, e di Catania che, col suo 99esimo posto, si piazza fra gli scarsi. Ma questo è anche l’ anno delle menzioni speciali, attribuite per iniziative e progetti che, su singoli temi, hanno saputo valicare il limite dell’ emergenza nella direzione di una pianificazione di lungo respiro: un premio va a Ferrara ( per la Ztl più grande d’ Europa) e Roma ( per gli interventi antitraffico); a Bolzano per Casaclima, progetto per la riduzione dei consumi energetici nelle mura domestiche; a Siena, città digitale quasi interamente cablata; e a Mantova, per l’ approfondito screening ambientale. Cremona, come si legge, è la regina dell’ ambiente urbano, per il secondo anno consecutivo. Comunque, complessivamente l’ Italia delle città è in stallo. Se sono innegabilmente migliorate rispetto al passato le condizioni ambientali generali, nessuno dei nostri centri urbani scoppia di salute.

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