Il Rapporto Ecomafia 2008 di Legambiente.

Legambiente ha presentato nei giorni scorsi l’ annuale Rapporto sulla criminalità ambientale. Aumentano i reati contro l’ ambiente, crescono gli incendi dolosi e i clan e nei terreni agricoli spunta il seme dell’ illegalità.

Aumentano i reati, le persone denunciate, i equestri effettuati e i clan: nel 2007 tutti i numeri dell’ illegalità ambientale in Italia crescono in maniera preoccupante. Crescono in particolare gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti . Sparisce nel nulla una montagna di rifiuti speciali alta poco meno di 2000 metri. Cosa nostra entra a pieno titolo nella gestione del ciclo dei rifiuti ed emerge la “multifunzionalità” del clan dei Casalesi, capace di spaziare dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dall’ agricoltura al racket degli animali. I clan dell’ ecomafia salgono a 239 (36 in più rispetto allo scorso anno) e il loro giro di affari stimato nel 2007 si attesta sui 18 miliardi e 400 milioni di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all’ anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro.
Il bilancio dell’ anno appena trascorso descritto del Rapporto Ecomafia di 2008 di Legambiente è di 83 reati contro l’ ambiente al giorno: oltre 3 reati all’ ora. Gli illeciti accertati delle forze dell’ ordine nel corso del 2007 sono 30.124, il 27% in più rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (più 19% rispetto al 2006). La Campania occupa stabilmente il primo posto nella classifica dell’ illegalità ambientale, seguita dalla Calabria. In queste due regioni si concentra il 30% degli illeciti registrati in tutta Italia. Al terzo posto di trova la Puglia, seguita dal Lazio e dalla Sicilia. La prima regione del Nord come numero di infrazioni e la Liguria. Alla dimensione globale dell’ ecomafia è dedicata un’ ampia sezione del Rapporto: dall’ Italia escono rifiuti verso Hong Kong, la Tunisia, il Pakistan, il Senegal, la Cina, ed entrano rifiuti dalla Croazia, dalla Serbia, dall’ Albania.
Nel link riportiamo “Tutti i numeri di ecomafia 2008” che è una sintesi del Rapporto, segnalando che, comunque, è possibile acquistare online una copia del Rapporto Ecomafia 2008 presso il Bazar del sito di www.legambiente.it.

(LG-FF)

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