In realtà la rete ambientale è finalizzata alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici e non al controllo delle acque utilizzate per scopo potabile, ma queste ultime spesso attingono agli stessi corpi idrici. Inoltre luomo può essere esposto indirettamente ai contaminanti, attraverso la catena alimentare.
Nel biennio 2007-2008 sono stati valutati 19.201 campioni, provenienti dalle 18 regioni che hanno trasmesso i dati. Il monitoraggio risulta più efficace al nord, mentre al centro-sud è spesso limitato a poche sostanze. Nel 2008 le indagini hanno riguardato 3.136 punti di campionamento e 9.531 campioni. Sono stati rinvenuti residui di pesticidi nel 47,9% dei 1.082 punti di monitoraggio delle acque superficiali, nel 31,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti delle acque potabili. Nelle acque sotterranee contaminato il 27% dei 2.054 punti, nel 15% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti.
Per quanto riguarda i livelli di contaminazione, la qualità delle acque risultante dal monitoraggio può essere determinato per confronto con i limiti stabiliti dalle normative di riferimento.
Per le acque potabili, è la direttiva 98/83/CE del 3 novembre 1998 a stabilire i parametri da valutare per la qualità delle acque destinate al consumo umano. Riguardo alle acque superficiali la direttiva 2008/105/CE stabilisce gli standard di qualità ambientale (SQA) per 33 sostanze prioritarie, tra cui alcuni pesticidi.
Per limmissione in commercio di prodotti fitosanitari la normativa stabilisce che lautorizzazione sia concessa quando la concentrazione prevista della sostanza, nelle acque superficiali destinate al consumo umano, non superi il valore previsto dalla direttiva 98/83/CE.
(LG-FF)