Il “riordino” della legislazione in materia ambientale

Il 14 marzo scorso, il Senato ha approvato, con voto di fiducia, il DDL 1753 che, esautorando il Parlamento, delega il Governo a “riordinare” l’ intera normativa ambientale.

“Il caso ha voluto che nello stesso giorno -mercoledì 14 maggio- a Roma e a Strasburgo di verificassero due eventi politici di segno del tutto opposto: al Senato della Repubblica, con il voto di fiducia, è stata imposta la legge delega destinata a smantellare la legislazione ambientale italiana; al Parlamento europeo è stata invece approvata, con importanti modifiche rafforzative, una nuova direttiva che istituisce un regime comunitario di responsabilità ambientale.A suggellare questa ormai evidente divergenza dell’ Italia berlusconiana da una Unione Europea sempre più impegnata a dare senso concreto all’ idea di sviluppo sostenibile, questo ” storico” mercoledì ci ha poi regalato anche la posa – rigorosamente blindata della prima pietra di Mose. Una bella cerimonia, di alto valore simbolico! Destinata, fra l’ altro, ad anticipare quanto si stava decidendo al Senato….”. Questo è quanto ha scritto, l’ europarlamentare Guido Sacconi, Vice Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, nell’ apprendere che con 152 si, 118 no e 2 astenuti, il Governo aveva ottenuto la fiducia, al Senato, sul maxiemendamento, interamente sostitutivo del disegno di legge di delega sulla legislazione ambientale. Infatti, il testo approvato fa tabula rasa di tutta la normativa esistente in tema ambientale. Sostituisce anche la legge delega, approvata già alla Camera, e introduce norme di immediata attuazione. La novità più eclatante è la nomina di una commissione di 24 ” saggi” nominata dal Ministro dell’ ambiente e che dovrà riscrivere materialmente le nuove regole sull’ ambiente. Il provvedimento approvato, indica sette materie sulle quali l’ esecutivo dovrà intervenire: gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati; tutela delle acque dall’ inquinamento e gestione delle risorse idriche; difesa del suolo e lotta alla desertificazione; gestione delle aree protette, conservazione e utilizzo sostenibile degli esemplari protetti di flora e fauna; risarcimenti per i danni ambientali; valutazione di impatto ambientale; tutela dell’ aria e riduzione delle emissioni inquinanti. Secondo il coordinamento delle Associazioni ambientaliste ” oggi il Governo pur di non far discutere il Senato, con la fiducia, toglie la parola non solo alla minoranza ma soprattutto a quegli esponenti della maggioranza che avevano avanzato perplessità e chiesto modifiche sostanziali su un provvedimento che affida a una Commissione di 24 esperti esterni al Parlamento la riscrittura delle norme su materie delicatissime, frutto di decenni di mediazioni istituzionali, economiche e sociali…”. Il Governo, entro diciotto mesi dall’ entrata in vigore della legge, attraverso la citata Commissione, adotterà uno o più decreti legislativi di riordino, coordinamento ed integrazione, anche mediante testi unici nell’ ambito dei sette grandi settori precedentemente citati. Di fatto, l’ intera normativa ambientale sarà regolata da atti amministrativi e non da leggi. Infatti, dopo l’ adozione dei decreti legislativi di riordino, entro due anni dalla loro entrata in vigore saranno emessi i provvedimenti a modifica o integrazione dei regolamenti di attuazione ed esecuzione dei decreti ministeriali. A quel punto, dovranno essere definite le norme tecniche.Il rischio concreto è , come è stato affermato dalla maggior parte degli ambientalisti, di trovarsi di fronte ad una prospettiva di vuoto normativo lungo almeno quattro anni.

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