Il testo del “protocollo d’intesa” sul nuovo sistema previdenziale

Il 24 luglio scorso, si è svolto il confronto tra Governo e parti sociali su welfare, tutele nel mercato del lavoro e crescita. Nel link riportiamo il testo del “protocollo d’intesa” che ha, però, sollevato alcune perplessità da parte, in particolare,dal Segretario Epifani della CGIL e, anche, di alcuni Ministri e deputati della sinistra i quali si sono riservati di chiedere modifiche in sede parlamentare.

Il “protocollo d’intesa”prevede una serie di interventi che comporteranno, coerentemente con gli impegni assunti dall’Italia nell’ambito del patto di stabilità, un importante impiego di risorse, per migliorare il sistema pensionistico, le tutele contro la disoccupazione, la condizione dei giovani e il governo del mercato del lavoro e le sue regole, garantendo e rafforzando la stabilità finanziaria del sistema. L’intervento insieme alle misure già adottate (aumento delle pensioni basse e miglioramento delle pensioni future per i giovani) si configura come uno dei più rilevanti tra le riforma di riorganizzazione e miglioramento dello stato sociale degli ultimi venti anni, e completa la riforma già attuata.
I punti contenuti nell’accordo sono di seguito indicati:
-la definizione di un nuovo sistema di età pensionabile; è abrogato il brusco innalzamento dell’età di pensione a 60 anni dal 1° gennaio 2008 (scalone), sostituito da un percorso graduale, attraverso la definizione di “scalini” e quote costituite dalla somma di età anagrafica e anni di contributi;
-la disciplina dei lavori usuranti; sono state individuate le risorse (fondo decennale non inferiore a 2 miliardi di euro) che consentiranno di andare in pensione con 3 anni di anticipo ai lavoratori impegnati nei lavori usuranti, che saranno definiti sulla base di quelli individuati nel decreto Salvi del 99, i lavoratori impegnati nei lavori con turni notturni, i lavoratori addetti a linee a catena e ai mezzi pubblici pesanti;
-per i lavoratori in mobilità: l’uscita prima dell’età di pensionamento qui prevista;
-il rafforzamento dell’impianto del sistema contributivo introdotto dalla riforma del 1995, applicando dal 2010 (e poi triennalmente) i nuovi coefficienti di trasformazione definiti nel 2005, e costituendo una commissione per verificare e proporre modifiche che tengano conto delle nuove condizioni economiche e del mercato del lavoro;
-la futura definizione (tramite una commissione) di un intervento sulle finestre di uscita per le pensioni di vecchiaia e sulle finestre di uscita, portandole a 4, per i lavoratori che hanno 40 anni di contributi;
un intervento sui trattamenti privilegiati e i fondi in squilibrio: applicazione di un contributo di solidarietà su quei fondi che provocano squilibri finanziari rilevanti che si vanno accentuando nel tempo;
-la definizione di alcuni interventi solidaristici: a) sospensione per un solo anno della perequazione sulle pensioni superiori a 8 volte il minimo, b) aumento di 1 punto dell’aliquota contributiva per gli iscritti alla gestione separata con altre coperture previdenziali, con corrispondente aumento della pensione;
-il miglioramento della prestazione pensionistica per i giovani parasubordinati aumentando di un punto l’anno fino a tre anni, la contribuzione che da diritto alla pensione;
-la detassazione parziale per i lavoratori dei premi di risultato, da attuarsi nella prossima legge finanziaria, con 150 milioni di euro per il 2008;
-il riordino e la razionalizzazione degli enti previdenziali mediante la presentazione di un piano industriale da parte del Governo entro il 31 dicembre 2007.
I costi incideranno per 10 miliardi di euro su scalone e lavori usuranti ai quali si aggiungeranno
altri 4 miliardi relativi alle finestre di uscita; 13 miliardi circa in 10 anni destinati alle pensioni basse, e 2 miliardi di euro per 10 anni per il miglioramento delle pensioni dei giovani. In totale un impiego complessivo di 29 miliardi di lire nel decennio compensati integralmente da risparmi e risorse identificate nel sistema previdenziale e dall’utilizzo di una parte dell’extragettito.

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