Secondo il rapporto dell’ILO, nonostante l’espansione mondiale senza precedenti della protezione sociale, più di 4 miliardi di persone in tutto il mondo rimangono completamente non protette e la pandemia di COVID-19 ha rivelato e aggravato il divario di protezione sociale tra paesi con livelli di reddito alto e basso.
Nonostante il progresso realizzato negli ultimi anni in molte parti del mondo in termini di allargamento della protezione sociale, lo scoppio della pandemia di COVID-19 ha evidenziato il perdurare delle sfide di molti paesi nel rendere il diritto umano alla sicurezza sociale una realtà per tutti.
Il “Rapporto mondiale sulla protezione sociale 2020-22” dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) fornisce una panoramica globale del progresso compiuto negli ultimi dieci anni in termini di ampliamento della protezione sociale di base e di costruzione di sistemi di protezione basati sui diritti, anche alla luce dell’impatto della pandemia di COVID-19. Costituisce, inoltre, un contributo importante al sistema di monitoraggio dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Dal rapporto emergono cinque aspetti importanti:
1. La pandemia ha evidenziato disuguaglianze profonde e importanti divari nella copertura, completezza e adeguatezza dei sistemi di protezione sociale di tutti i paesi.
2. Il COVID-19 ha generato delle politiche di protezione sociale senza precedenti.
3. La ripresa socio-economica rimane incerta e un innalzamento della spesa per la protezione sociale continua ad essere cruciale.
4. I paesi sono a un bivio per quanto riguarda l’andamento dei loro sistemi di protezione sociale.
5. L’esistenza della protezione sociale universale e la realizzazione del diritto umano alla sicurezza sociale per tutti è alla base dell’approccio incentrato sulla persona per la realizzazione della giustizia sociale.
La protezione sociale include l’accesso all’assistenza sanitaria e la sicurezza del reddito, in particolare in relazione a vecchiaia, disoccupazione, malattia, disabilità, infortunio sul lavoro, maternità o perdita di una delle principali fonti di reddito, nonché per le famiglie con figli.
Attualmente, solo il 47 per cento della popolazione mondiale è effettivamente coperto da almeno un sussidio di protezione sociale, mentre 4,1 miliardi di persone (il 53%) non ottengono alcuna sicurezza di reddito dal proprio sistema di protezione sociale nazionale.
Esistono significative disuguaglianze regionali nella protezione sociale. L’Europa e l’Asia centrale hanno i tassi di copertura più elevati, con l’84% delle persone coperte da almeno un sussidio, anche le Americhe sono al di sopra della media globale con il 64,3%. L’Asia e il Pacifico (44%), gli Stati arabi (40%) e l’Africa (17,4%) hanno marcate lacune di copertura.
In tutto il mondo, la stragrande maggioranza dei bambini non ha ancora un’effettiva copertura di protezione sociale: solo un bambino su quattro (26,4 per cento) riceve un’indennità di protezione sociale. Solo il 45% delle donne con neonati in tutto il mondo riceve un’indennità di maternità in denaro. Solo una persona su tre con disabilità grave (33,5%) nel mondo riceve un sussidio di invalidità. La copertura dei sussidi di disoccupazione è ancora più bassa; solo il 18,6% dei lavoratori disoccupati nel mondo è effettivamente coperto. E mentre il 77,5% delle persone al di sopra dell’età pensionabile riceve una qualche forma di pensione di vecchiaia, permangono forti disparità tra le regioni, tra aree rurali e urbane e tra donne e uomini.
Anche la spesa pubblica per la protezione sociale varia in modo significativo. In media, i paesi spendono il 12,8% del loro prodotto interno lordo (PIL) per la protezione sociale (esclusa la salute), tuttavia i paesi ad alto reddito spendono il 16,4% e i paesi a basso reddito solo l’1,1% del loro PIL per la protezione sociale.
Il rapporto afferma che il deficit di finanziamento (la spesa aggiuntiva necessaria per garantire almeno la protezione sociale minima per tutti) è aumentato di circa il 30% dall’inizio della crisi COVID-19.
Fonte: ILO