Innovazione 1 La ricerca propone, per la prima volt, una stima delle persone sicuramente povere in Italia, basandosi su una innovativa soglia di povertà alimentare. Tale soglia può superare i limiti, concettuali ed empirici, presenti nelle tradizionali definizioni di povertà relativa utilizzate dalle fonti ufficiali.
Innovazione 2 _ Lutilizzo di dati di prima mano, provenienti dal lavoro diretto della associazioni caritative, permette di produrre dati particolarmente aggiornati, superando in questo modo uno dei limiti più rilevanti delle statistiche di fonte ufficiale.
Risultato 1 Lanalisi delle famiglie in condizione di povertà aiutate dagli enti convenzionati con la Rete Banco Alimentare permette di delineare gli elementi che più di altri possono determinare un rischio di impoverimento:
-La perdita del lavoro;
-La rottura dei legami famigliari;
-La mancanza di reti amicali forti;
-La presenza di figli a carico;
-La presenza di malattie croniche o invalidanti.
Risultato 2 Lanalisi mostra come lintervento caritativo del privato sociale italiano sia in grado di affrontare una parte consistente delle persone in condizioni di povertà presenti nel Pese. Questa rete di soggetti mostra una capacità sociale e comunitaria di risposta nel Paese. Questa rete di soggetti mostra una capacità sociale e comunitaria di risposta al bisogno particolarmente mirata, in grado non solo di affrontare il problema alimentare, m di creare relazioni fiduciarie indispensabili alle persone per uscire dalla condizione di disagio e di emarginazione.
Prospettive di policy Un adeguato sostegno promozionale da parte del pubblico a questa rete appare la risposta più efficace e seria alla povertà nel nostro Paese, superando definitivamente una concezione assistenziale dellintervento sociale che non appare in grado di rispondere ai bisogni sempre più complessi e articolati. Una politica sociale che passasse innanzitutto attraverso il sostegno a questi enti genererebbe un rapporto autenticamente laico, pluralista, democratico e sussidiario tra istituzioni pubbliche, corpi sociali intermedi e cittadini, grazie lla caratteristiche stesse della rete e dei soggetti in essa rappresentati.
I dati che emergono dalla indagine, che rileviamo dal documento di sintesi che riportiamo nel link, sottolineano che il limite sotto al quale scatta lallarme indigenza è stato individuato in 222,29 euro al mese, ma si tratta di una media nazionale tanto è vero che lo studio a punto anche indici regionali per tenere conto del differente costo della vita. Così le soglie oscillano a Nord tra i 223-252 euro, al Centro tra i 207-233 euro e nel Sud tra i 196-207 euro. Un milione e mezzo di famiglie si trova quindi in grave difficoltà ad acquistare quelli che sono i prodotti necessari per vivere, come pane,pasta, carne. Lanalisi traccia anche il profilo dei poveri dItalia: meridionali, disoccupati, con un titolo di studio basso e una famiglia numerosa. La perdita del lavoro è la causa principale (60% dei casi) di un portafoglio troppo leggero per far fronte alla spesa. Lincidenza della povertà alimentare è alta tra i disoccupati (12,4%) e assai minore tra chi un posto di lavoro ce lha (3,4%): E sono le famiglie più numerose a passarsela peggio: il 10,3% delle coppie con tre o più figli vivono sotto la soglia di povertà.Il rapporto, infine, stila quella che si può definire la dieta dei poveri, non più di 28 euro di pane e cereali, 35 di carne e salumi, 14 di frutta, 10 di pesce e 9 di bevande.
(LG-FF)