12 dicembre 2011. I dati provvisori dell’INAIL aggiornati al terzo trimestre registrano un calo di circa 26mila denunce rispetto allo stesso periodo del 2010, ma per i casi mortali la flessione è più contenuta (-0,9%)
12 dicembre 2011. I dati provvisori dell’INAIL aggiornati al terzo trimestre registrano un calo di circa 26mila denunce rispetto allo stesso periodo del 2010, ma per i casi mortali la flessione è più contenuta (-0,9%)
ROMA – L’andamento infortunistico nei primi nove mesi del 2011 registra un calo di circa 26mila casi denunciati rispetto allo stesso periodo del 2010 (da 579mila a 553mila), pari a una flessione del 4,5%. È quanto emerge dai dati provvisori dellINAIL aggiornati al terzo trimestre, che rivelano anche una flessione meno accentuata degli infortuni mortali, che passano da 697 a 691, in diminuzione dello 0,9%. L’andamento dell’ultimo trimestre rende ipotizzabile a fine anno un bilancio consuntivo di 750mila infortuni sul lavoro, rispetto ai 775mila del 2010, e un numero di morti ancora inferiore a mille.
La riduzione più marcata nell’industria e nel settore costruzioni. La riduzione degli infortuni riguarda tutti i rami di attività, ma è stata più pronunciata nell’industria (-6,7%) rispetto all’agricoltura (-4,9%) e ai servizi (-3,1%). Il dato appare più significativo se si considera che le rilevazioni Istat attestano, nel periodo di riferimento, una crescita dell’occupazione complessiva compresa tra lo 0,1% e lo 0,4%. Nel settore costruzioni, in cui gli occupati risultano diminuiti dell’1,2%, gli infortuni fanno segnare un -9,8%. I casi mortali si contraggono nei servizi (-3,6%), crescono in agricoltura (+4,7%) e restano sostanzialmente stabili nell’industria.
Incidenti mortali in aumento al nord e al centro. Il calo è generalizzato, ma meno rilevante al Nord (-3,8%) rispetto al Centro (-4,9) e al Sud (-6,4%), dove peraltro il numero di occupati è cresciuto dell’1,2%, contro lo 0,3% del Nord e il -0,3% del Centro. Il Mezzogiorno è caratterizzato da una consistente flessione dei casi mortali (-13,9%), che invece aumentano al Nord (+6,6%) e al Centro (+4,3%).