L’Inail ha predisposto un servizio online sul proprio portale per adempiere al nuovo obbligo di trasmissione di questa tipologia di dati. La modalità telematica consente ai datori di lavoro di assolvere all’obbligo attraverso un percorso guidato, con campi precompilati e tabelle di riferimento, e utilizzando un’unica procedura, rispetto al passato, per Asl e Inail. Inoltre, permetterà alle Asl, nelle fasi a regime, di disporre dei dati tramite l’applicativo Inail in maniera diretta, senza svolgere attività di ricezione, trattamento, archiviazione.
Dal punto di vista della ricerca scientifica, la nuova procedura consentirà di valutare in maniera integrata i dati di esposizione con i dati di patologia, in particolare con i dati della sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali.
“La sorveglianza epidemiologica delle esposizioni ad agenti cancerogeni e biologici, è uno strumento molto importante per monitorare e ridurre i rischi per la salute – osserva Alessandro Marinaccio responsabile del Laboratorio di epidemiologia dell’Inail – Un sistema di registrazione nazionale, come quello da tempo attivo in Italia, ha lo scopo di aumentare la consapevolezza dei rischi tra datori di lavoro, operatori di salute e sicurezza e lavoratori stessi, ed è uno strumento strategico per valutare l’efficacia delle misure di contenimento dell’esposizione”.
Il sistema di sorveglianza consente anche di mappare le esposizioni a cancerogeni ed agenti biologici nei luoghi di lavoro sul nostro territorio. “Quest’attività – continua il ricercatore – permette di costituire un database prezioso per capire come è distribuito il rischio cancerogeno e da agenti biologici nei luoghi di lavoro in Italia”. Attualmente la base di dati presso l’Inail è costituita da informazioni riguardanti 17.000 aziende, 180.000 lavoratori e circa 400.000 misure di esposizione. Il nuovo obbligo dovrebbe consentire di consolidare ulteriormente la capacità informativa del sistema, in un’ottica di semplificazione ed efficienza.
Inoltre, la legge prescrive una sorta di “sorveglianza continua”, ovvero un monitoraggio continuo dell’esposizione del lavoratore, che costituisce uno degli aspetti più rilevanti di questo sistema perché, spiega Marinaccio “gli effetti dell’esposizione ad agenti cancerogeni sulla salute si verificano con un effetto detto “di accumulazione”. È quindi necessario monitorare l’esposizione in continuità e facendo riferimento all’intera storia lavorativa del soggetto”.