INAIL: presentati a Stoccolma due progetti relativi ai lavoratori stranieri e allo stress lavoro-correlato

Le iniziative dell’Inail sono state illustrate a delegati provenienti da tutto il continente nel corso della conferenza internazionale “Una vita lavorativa sostenibile”, che si è svolta a Stoccolma nell’ambito del Forum europeo dell’assicurazione contro infortuni e malattie professionali.

Mobilità lavorativa, stress e altri disturbi psico-sociali, integrazione dei migranti nel mondo del lavoro, esigenze dei lavoratori più giovani e di quelli più anziani. Questi alcuni dei temi di grande attualità affrontati nel corso della conferenza internazionale “Una vita lavorativa sostenibile”, che si è svolta il 15 e 16 giugno a Stoccolma nell’ambito degli appuntamenti del Forum europeo dell’assicurazione contro infortuni e malattie professionali.
Fondato a Firenze nel 1991, su iniziativa dell’Inail e di altri enti del continente, il Forum oggi raggruppa 24 istituti di assicurazione infortuni di 21 Paesi, con l’obiettivo di costituire un network per lo scambio di informazioni e di esperienze sui diversi sistemi di salute e sicurezza sul lavoro, di riabilitazione e di indennizzo, favorendo il processo di convergenza in Europa.

Organizzata dall’agenzia svedese dell’assicurazione sociale (Försäkringskassan) e dall’istituto AFA Försäkring, che eroga prestazioni previdenziali complementari in caso di infortunio o malattia professionale, la conferenza ha ospitato gli interventi di relatori provenienti, oltre che dai Paesi del continente, anche dagli Stati Uniti e dall’Estremo Oriente. Tra loro Francesca Grosso e Cristina Di Tecco, ricercatrici del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail.

Grosso, in particolare, ha illustrato i contenuti del progetto realizzato in collaborazione con l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) e con la Commissione nazionale dei comitati paritetici territoriali, incentrato sulla definizione e sulla sperimentazione di un modello formativo innovativo destinato ai lavoratori stranieri dell’edilizia, per facilitare l’apprendimento dei concetti di salute e sicurezza e la loro traduzione in autonomi comportamenti sicuri.
Nel dettaglio, l’iniziativa ha riguardato lavoratori provenienti da tre Paesi (Albania, Marocco e Romania) e occupati nel settore edile in tre regioni (Lazio, Lombardia e Veneto).
In funzione delle differenze linguistiche e culturali, sono stati sviluppati interventi di formazione caratterizzati da contenuti dedicati, presentati con un linguaggio semplice, e dall’inserimento strutturato nella didattica della figura del mediatore culturale, contemplata dalla normativa ma non sempre utilizzata nell’offerta formativa tradizionale.

Tutto ciò ha determinato il successo del progetto, favorendo un’analisi più approfondita dei bisogni di questo tipo di lavoratori e la determinazione di indicatori che consentano di valutare l’impatto della formazione sui cambiamenti comportamentali.
La relazione ha suscitato un particolare apprezzamento nei partecipanti alla conferenza, soprattutto rispetto alla possibilità di replicare l’iniziativa anche in altri settori lavorativi e in altri contesti socio-culturali. È il caso di Svlfg, l’ente tedesco di sicurezza sociale per il settore agricolo, forestale e orticoltura, che ha manifestato l’interesse ad applicarla ai lavoratori stranieri impiegati in agricoltura.

Altrettanto interesse ha suscitato l’intervento di Cristina Di Tecco, che ha riguardato la gestione dei rischi psicosociali e la prevenzione dello stress di origine professionale nella pubblica amministrazione, che alcuni studi indicano come uno dei settori più a rischio per questo tipo di patologie.
In questo ambito, l’Inail ha avviato un progetto sperimentale finalizzato alla caratterizzazione di questa tipologia di rischio e all’individuazione di eventuali impatti sulla salute dei lavoratori della Regione Sardegna, attraverso la definizione di un modello di gestione del rischio stress contestualizzato alle specifiche criticità e ai bisogni di questo settore, e dunque replicabile anche in altre amministrazioni analoghe.

Fonte: INAIL

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