infezioni, allergie o intossicazioni […]. Il Capo II – “Obblighi del datore di lavoro”, nell’ambito della valutazione del rischio (art. 271), tiene conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare: […] dei potenziali effetti allergici e tossici […].
Nell’ambito della valutazione di tutti i rischi occupazionali (art. 17 – “Obblighi del datore di lavoro non delegabili”), il rischio allergologico di origine biologica rappresenta un rischio potenzialmente presente in numerosi ambiti occupazionali. Gli allergeni propriamente detti non sono specificamente indicati nel d.lgs. 81/2008 e s.m.i., seppur gli effetti allergici degli agenti biologici siano riportati per 2 specie di parassiti e 8 specie di funghi presenti nell’Allegato XLVI – “Elenco degli agenti biologici classificati”. L’art. 275 del Titolo X – “Esposizione ad agenti biologici” considera le misure specifiche per i laboratori e gli stabulari e in particolare nei laboratori comportanti l’uso di agenti biologici dei gruppi 2, 3 o 4 a fini di ricerca, didattici o diagnostici, e nei locali destinati ad animali da laboratorio deliberatamente contaminati con tali agenti […] e nei locali destinati ad animali da esperimento, possibili portatori di tali agenti […].
In Italia il rischio allergologico da LAA non è ancora sufficientemente riconosciuto a differenza di altri paesi dove alcune istituzioni hanno fornito informazioni scientifiche e suggerito buone prassi da adottare. Nel 1998 il National institute for occupational safety and
health negli USA ha pubblicato il documento “Niosh Alert: Preventing asthma in animal handlers”, mentre nel 2002 l’Health and safety executive (Hse) nel Regno Unito ha pubblicato il testo “Guidance note: Control of laboratory animal allergy”, ponendo l’attenzione sulle possibili conseguenze dovute all’esposizione ad animali da laboratorio.
Il testo “Allergia da animali da laboratorio (LAA) – Manuale informativo” vuole porre l’attenzione su tale rischio allergologico attraverso una divulgazione scientifica indirizzata atutti gli attori della prevenzione su vari aspetti della LAA tra cui allergeni, fonti di esposizione, modalità di valutazione della positività sierologica specifica per numerosi allergeni nei lavoratori, possibilità di attuare monitoraggi ambientali, misure di controllo e prevenzione per ridurre al minor livello possibile l’esposizione ad allergeni potenzialmente
presenti negli stabulari e il rischio di allergia da animali da laboratorio.