Inaugurata la nuova sede della CGIL Lombardia

Si è tenuta il 19 settembre l’inaugurazione della nuova sede della CGIL Lombardia in Via Palmanova a Milano.

Inaugurata la nuova sede della CGIL Lombardia alla presenza del Segretario generale CGIL Susanna Camusso, del Presidente Roberto Maroni e dei sindaci Monica Chittò e Giuliano Pisapia.

Inaugurato il 19 settembre a Milano il “Palazzo CGIL”, la nuova sede del sindacato e di molte delle sue categorie regionali. Nell’atrio gremito di Via Palmanova 22, il Segretario della CGIL Lombardia Elena Lattuada, prima di tagliare il classico nastro ha aperto le celebrazioni ricordando lo slogan della giornata “Cambia la sede, cresce l’impegno” e la sede unitaria di Sesto San Giovanni che ha rappresentato un punto rilevante della storia del sindacato.

Elena Lattuada ha dato poi la parola al Presidente della Regione Roberto Maroni, che ha aperto il suo intervento ringraziando il nuovo Segretario generale ma anche quello precedente, Nino Baseotto con il quale, ha detto “abbiamo condiviso molti momenti di incontro”.

E’ stata poi la volta del Sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò e del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia che si è detto “lieto perché a Milano adesso c’è una nuova casa per difendere ancora di più e meglio i diritti, quelli dei lavoratoti, delle persone, dei cittadini”.

Il Segretario generale della CGIL Susanna Camusso ha ringraziato tutti i presenti e in particolare Antonio Pizzinato, al quale si deve l’esistenza della vecchia sede.
“Per lungo tempo – ha detto – abbiamo accarezzato l’idea che con CISL e UIL si dovesse cambiare sede, ma tutti insieme. Oggi inauguriamo questa che è la casa della confederazione e di tutte le categorie, peraltro con la coincidenza di una nuova sede e di un nuovo segretario generale, e dunque sarà una nuova stagione per tante cose. Noi partiamo dall’idea che ogni volta che il sindacato rende più accogliente una sede, o ne apre una nuova, fa un servizio al Paese. Accogliere meglio le persone è una delle risposte che oggi possiamo dare alla disperazione che la crisi diffonde tra la gente”.

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