“E’ evidente che, se le gravi accuse mosse dalla Procura dovessero trovare conferma, si configurerebbe un danno enorme per la città e per i suoi abitanti, sia sul fronte economico che su quello della gestione del bene pubblico – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Non a caso in passato abbiamo contrastato in sede legale la realizzazione del progetto, che presentava aspetti poco chiari specie sul fronte dell’impatto ambientale. Per tale motivo il Codacons ha deciso di intervenire concretamente a tutela dei veneziani, e al momento è l’unica associazione in Italia che mette i propri uffici legali a disposizione di quei cittadini che intendano inserirsi nel procedimento e costituirsi parte offesa per avviare l’iter risarcitorio”.
L’inchiesta sul Mose, che ha portato ad arresti eccellenti, conferma quanto il Codacons andava denunciando nel 2004 in merito alle irregolarità del progetto.
“10 anni fa portammo all’attenzione della magistratura alcune violazioni commesse nella procedura di approvazione del Mose – spiega il Presidente Carlo Rienzi – In particolare denunciammo l’assenza della Valutazione di Impatto ambientale, indispensabile per opere di questa portata, i danni per il territorio lagunare legati alla realizzazione del progetto e l’immane spreco di soldi pubblici che il Mose avrebbe comportato senza risolvere il problema dell’acqua alta. L’inchiesta della magistratura veneziana dimostra che bene avevamo fatto a chiedere il blocco dell’intera opera, e che sotto c’era molto di più”.