Incidenti domestici: prima causa di incidentalità

Il primo Rapporto annuale sul valore della sicurezza in Italia, realizzato dal CENSIS in collaborazione con il CNPI, presentato a Roma dal CNEL il 23 marzo scorso.

Gli incidenti domestici sono tuttora la prima causa di incidentalità: se ne calcolano circa 4 milioni all’ anno ( a fronte, ad esempio, di quelli sul lavoro pari a 1 milione e 200 mila, e a quelli sulla strada pari a circa 300 mila). Questo è uno dei principali dati che emergono, sul tema della sicurezza e di quella domestica in particolare, dal primo Rapporto annuale sul valore della sicurezza in Italia ( vedi testo nel link), realizzato dal CENSIS in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati (CNPI), presentato a Roma dal CNEL il 23 marzo 2004.La ricerca del Censis ha messo un evidenza una falda molto consistente di microincidentalità domestica, del tutto sommersa che, nel 2003, ha coinvolto il 27,8% degli italiani. Si tratta di un dato particolarmente significativo, poiché il correlato valore nelle statistiche ufficiali è pari al 7,6%. Per le donne, per le casalinghe e per gli abitanti del Centro-Sud il dato sale rispettivamente al 32,8%, al 33,1% e al 33%. La geografia dei luoghi domestici più pericolosi è la seguente: – il luogo in cui gli italiani si sentono meno sicuri è la cucina, in cui, a ragione, gli italiani pensano che avvengano maggiori incidenti; – il soggiorno e le altre camere, denunciate dai dati strutturali come luoghi molto a rischio, non sono affatto riconosciuti come tali; – mentre sono decisamente sopravalutati i rischi che si producono in bagno. Da cosa dipendono gli infortuni domestici? Almeno da tre dimensioni: dalla qualità del sistema abitativo; dalle caratteristiche dei prodotti che entrano in casa; dai comportamenti individuali: La qualità del sistema abitativo è ancora molto bassa: i problemi riguardano le infiltrazioni e le perdite d’ acqua, soprattutto nelle regioni del Sud, dove un quarto delle case ha questo tipo di problemi. Ma sono soprattutto i comportamenti a produrre insicurezza. Il 46,1% degli italiani negli ultimi tre mesi ( con punte del 50,3% tra i giovani con meno di 30 anni, e del 56,6% tra studenti e disoccupati) ha avuto almeno un comportamento a rischio per se stessi, per i familiari e persino per i coinquilini. Fra le attività “casalinghe” più a rischio degli italiani dal Rapporto risultano essere: -scordare le pentole sul fuoco acceso ( 12,2%); lasciare i rubinetti aperti ( 11,9%); utilizzare, quando sono bagnati, apparecchi elettrici (11,2%); spengere gli elettrodomestici tirando il filo della presa (10,9%); lasciare il gas aperto ( 9,1%). Questi sono alcuni dei particolari risultati della ricerca.

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