Sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2006 è pubblicato il Decreto del Presidente della Repubblica28 aprile 2006 recante Indizione del referendum popolare confermativo della legge costituzionale recante modifiche alla Parte II della Costituzione (la c.d. devolution).
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente della Repubblica che convoca, per domenica 25 giugno 2006, i comizi per il referendum sulle modifiche che lex Governo di centro-destra su proposta dellex ministro Calderoli intende apportare alla Parte II della Costituzione.
Il provvedimento è stato firmato dal Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, lo scorso 28 aprile e, come prevede larticolo 15 della legge 25 maggio 1970, numero 352, indice il referendum entro sessanta giorni dalla comunicazione dellordinanza che lo ha ammesso. La stessa legge prevede che la consultazione si svolga in una domenica comprese tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo allemanazione del decreto di indizione.
Data la rilevante importanza che la consultazione referendaria riveste per la salvaguardia della Costituzione della Repubblica Italiana, è augurabile che la partecipazione dei cittadini democratici italiani sia numerosa per dire NO ad una modifica costituzionale che verrebbe a stravolgere quei principi di libertà e di garanzia della civile convivenza democratica conquistate nella lotta di liberazione contro il nazifascismo.
Il provvedimento è stato firmato dal Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, lo scorso 28 aprile e, come prevede larticolo 15 della legge 25 maggio 1970, numero 352, indice il referendum entro sessanta giorni dalla comunicazione dellordinanza che lo ha ammesso. La stessa legge prevede che la consultazione si svolga in una domenica comprese tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo allemanazione del decreto di indizione.
Data la rilevante importanza che la consultazione referendaria riveste per la salvaguardia della Costituzione della Repubblica Italiana, è augurabile che la partecipazione dei cittadini democratici italiani sia numerosa per dire NO ad una modifica costituzionale che verrebbe a stravolgere quei principi di libertà e di garanzia della civile convivenza democratica conquistate nella lotta di liberazione contro il nazifascismo.
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