Inquinamento da ozono, registrati i primi episodi acuti in Lombardia

Anche quest’anno con l’arrivo della stagione estiva sono stati registrati, da ARPA Lombardia, i primi episodi acuti di inquinamento da ozono.

Se durante il mese di maggio la rete di rilevamento della qualità dell’aria di ARPA Lombardia ha registrato solo locali superamenti della soglia di informazione di 180 microgrammi al metro cubo (µg/m3) il giorno 27 (nelle province di Milano, Como e Varese), durante la seconda parte del mese di giugno, con l’aumento delle temperature e dell’irraggiamento solare, si sono avuti episodi acuti di inquinamento da ozono più estesi e importanti. In particolare, a partire dalla terza decade del mese, la soglia di allarme della media oraria (240 µg/m3) è stata superata nelle province di Como per 3 giorni, nelle province di Milano, di Monza e Brianza, di Lecco e di Varese per 2 giorni e nella provincia di Bergamo per un giorno. Sono altresì stati rilevati superamenti diffusi della soglia di informazione. Il picco massimo durante il mese è stato rilevato nella stazione di Calusco (BG) dove si sono toccati i 297 µg/m3. Il superamento delle soglie di informazione si è ripetuto nei primi giorni di luglio, con un massimo di 234 µg/m3 il 9 luglio nella stazione di Monza via Macchiavelli.

L’ozono, quando si forma negli strati bassi dell’atmosfera, rappresenta un rischio per la salute e per la vegetazione: infatti è un forte ossidante in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. Le categorie più a rischio, al proposito, sono i bambini, le persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche) o soggetti sani che fanno attività fisica all’aperto.

Anche la vegetazione subisce le conseguenze della presenza di questo inquinante, che provoca una riduzione della crescita delle piante e, a elevate concentrazioni, clorosi e necrosi delle foglie, soprattutto delle specie più sensibili.

L’ozono non è emesso da alcuna sorgente, ma si forma in atmosfera – in condizioni di elevata insolazione – in seguito a reazioni tra l’ossigeno e il biossido di azoto con il contributo dei COV (composti organici volatili). Tipicamente, quindi, raggiunge i valori massimi in estate. In Lombardia le zone più colpite sono quelle della Brianza e della fascia prealpina, dove, a causa della brezza di valle, i precursori emessi nelle aree a maggiore urbanizzazione vengono trasportati e, in presenza di luce solare, reagiscono, formando l’ozono stesso.

“Per ridurre le concentrazioni di questo inquinante – spiega Bruno Simini, presidente di ARPA Lombardia – è necessario limitare le emissioni di ossidi di azoto (in particolare, di biossido di azoto – NO2) e dei COV. Tale riduzione deve essere perseguita in modo strutturale, poiché a causa dei caratteristici meccanismi fotochimici di formazione dell’ozono, interventi limitati nel tempo e o nello spazio, possono portare solo a risultati molto limitati se non, localmente, addirittura controproducenti. Perciò, durante gli episodi acuti di inquinamento da ozono, può invece essere utile limitare le uscite all’esterno e l’attività sportiva all’aperto in particolare dalle 12 alle 16.00, ore in cui in genere l’ozono raggiunge i livelli massimi”.

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