Intercettazioni telefoniche: riordino della normativa

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 22 settembre 2006 è pubblicato il Decreto – Legge 22 settembre 2006,n. 259 contenente “Disposizioni urgenti per il riordino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche””.

L’emanazione del decreto – legge del 22 settembre scorso, si è reso necessario, dopo il clamoroso “caso” Telecom di spionaggio telefonico. Infatti il decreto presidenziale recita che “ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare misure volte a rafforzare le misure di contrasto alla detenzione illegale di contenuti e dati relativi ad intercettazioni effettuate illecitamente, nonché ad informazioni illegalmente raccolte e, conseguentemente, alla necessità ed urgenza di apprestare misure più incisive atte ad evitare l’indebita diffusione e comunicazione di dati od elementi concernenti conversazioni telefoniche o telematiche illecitamente intercettate o acquisite, nonché di informazioni illegalmente raccolte e, nel contempo, di garantire adeguate forme di indennizzo alle vittime di fatti illeciti in materia.
Come si è detto, dopo lo scandalo delle intercettazioni illegali il Governo è corso ai ripari disponendo anche che vengano distrutti “documenti formati attraverso la raccolta illegale di informazioni”. Di questi documenti è vietato eseguire copia in qualunque forma e, infine, “il loro contenuto non contiene in alcun modo notizia di reato, né può essere utilizzato a fini processuali o investigativi. Delle operazioni di distruzione è redatto apposito verbale, nel quale si dà atto dell’venuta intercettazione o detenzione dell’acquisizione, delle sue modalità e dei soggetti interessati, senza alcun riferimento alle stesse”.
Ma sull’impostazione del decreto – legge si sono manifestate critiche, in particolare da parte dei magistrati ed , in particolare, dell’onorevole Di Pietro che hanno chiesto di rivedere il decreto in sede di conversione in quanto c’è il rischio di mandare al macero qualche informazione utile per la giustizia. Ma secondo il premier Prodi non è prevista nessuna ipotesi di modifica, tesi questa sostenuta vivacemente dal centro-destra, che si sono dichiarati disponibile a votare a favore del decreto insieme alla maggioranza solo se verrà mantenuta la versione approvata in Consiglio dei Ministri.

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