Investimenti nel settore energetico, richiamo per l’Italia

Come riferito dalla Rappresentanza in Italia, la Commissione europea ha deciso di chiedere formalmente all’ Italia di modificare la propria normativa in modo da dare esecuzione alla Sentenza della Corte di Giustizia europea del 2 giugno 2005 relativa alla legge sugli investimenti in imprese del settore energetico.

Con la Sentenza del 2 giugno 2005, la Corte di Giustizia europea ha ritenuto che la sospensione automatica dei diritti di voto inerenti a partecipazioni superiori al 2% del capitale sociale delle imprese italiane nei settori dell’ elettricità e del gas, nel caso di partecipazioni acquisite da imprese pubbliche non quotate in mercati finanziari regolamentati e che beneficiano nel proprio mercato nazionale di una posizione dominante, viola le norme del trattato CE sulla libera circolazione dei capitali (art. 56).
La richiesta della Commissione è stata formulata sotto forma di parere motivato, che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione, prevista all’ articolo 228 del trattato CE , relativa alla esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia. In mancanza di risposta soddisfacente dell’ Italia entro due mesi dal ricevimento del parere, la Commissione potrebbe decidere di presentare ricorso alla Corte di Giustizia delle Comunità europee.

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