I risultati dell’attività di vigilanza dell’Istituto, che lo scorso anno ha portato all’accertamento di premi omessi per oltre 56 milioni di euro (+8,7%), presentati nel corso di una conferenza stampa in cui è stato tracciato anche il bilancio delle verifiche di Inps, Enpals e Ministero del Lavoro contro evasione e sommerso
Ammontano a più di 56 milioni di euro, al netto di sanzioni civili e interessi, i premi omessi accertati dall’INAIL attraverso l’attività di vigilanza nel corso del 2011.
Questo dato ha fatto segnare un incremento dell’8,7% rispetto all’importo accertato nel 2010 ed è il frutto delle ispezioni condotte in 21.201 aziende, che in 18.145 casi, pari all’85,59% del totale, hanno fatto emergere delle irregolarità.
La percentuale molto alta di successo dei controlli conferma la validità delle scelte operate dall’Istituto.
La qualità dell’azione ispettiva, infatti, è stata migliorata anche grazie al potenziamento dell’attività di business intelligence e all’incremento delle banche dati disponibili, per indirizzare gli accertamenti verso categorie, aziende e soggetti che presentano indicatori di rischio del probabile impiego di lavoro nero e di evasione o elusione contributiva.
Accertati quasi 118mila dipendenti in nero.
I lavoratori in nero individuati grazie alle ispezioni predisposte dai quattro enti ammontano a 105.279, cui ne vanno aggiunti altri 13mila rilevati dalla Guardia di Finanza, per un totale di 117.955.
Una cifra in “evidente diminuzione rispetto ai 151mila lavoratori dello scorso anno”, ha precisato Pennesi, e questo calo è fondamentalmente riconducibile, da un lato, alla restrizione del campo di applicazione della normativa sanzionatoria al solo lavoro subordinato e, dall’altro, alla contrazione dell’occupazione che inevitabilmente incide anche sul sommerso, oltre che al notevole incremento che hanno avuto le forme contrattuali di lavoro flessibile, in particolare in alcune regioni settentrionali.
(Red)