ISPRA: presentato l’Annuario dei dati ambientali 2014-2015

La tredicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali assorbe e raccoglie in sé le informazioni sullo stato dell’ambiente relative al 2014 e 2015, raggiungendo l’importante obiettivo di rendere disponibili sempre più tempestivamente tali dati e informazioni: contiene, infatti, indicatori prevalentemente aggiornati anche fino al 31/12/2014.

BUONO STATO CHIMICO DI ACQUE SOTTERRANEE (69,2%) E SUPERFICIALI (84%), TROPPO CEMENTO LUNGO LE COSTE E QUALITA’ DELL’ARIA SOTTO OSSERVAZIONE

Secondo l’Annuario dei dati ambientali, presentato dall’ISPRA, la qualità dell’89,5% delle acque di balneazione marine è classificata come almeno sufficiente a livello microbiologico.
I dati parziali sulle acque vedono il 60% dei fiumi (al monitoraggio hanno partecipato 16 regioni e due province autonome, per un totale di 2.440 corpi idrici e 35.144,5 km esaminati) e il 65% dei laghi (monitorati da 10 regioni e 2 province autonome, per un totale di 139 corpi idrici) in uno stato ecologico inferiore al “buono”.
Una situazione migliore si riscontra per lo stato chimico delle acque sotterranee (Indice SCAS): su 4.023 stazioni di monitoraggio, il 69,2% ricade in classe “buono”, mentre il restante 30,8% in classe “scarso”.

Anche il mare e i litorali presentano problemi: ad esempio, nel 2014, l’alga tossica Ostreopsis cf. ovata è stata riscontrata in 10 regioni costiere, mentre il 46% delle nostre coste basse, in 50 anni (1950-1999) ha subìto modifiche superiori a 25 metri; inoltre, nel periodo compreso tra 2000 e 2007, il 37% dei litorali ha subìto variazioni superiori a 5 metri e i tratti di costa in erosione (895 km) sono ancora superiori a quelli in progradazione (849 km). Troppo cemento sulle nostre coste, visto che ben 675 km del litorale italiano, pari a circa l’8,2% del totale, sono artificializzati.
Una buona notizia è che su 15 regioni costiere 11 sono attualmente dotate di strumenti di pianificazione che includono l’intero territorio costiero. Tra gli strumenti adottati per la gestione delle coste, l’approccio più diffuso è legato alla mitigazione dei processi di erosione.

Nel 2014 i trasporti sono stati responsabili del 25,5% delle emissioni totali di gas serra italiane. Nel periodo 1990-2014, le emissioni del settore (esclusi i trasporti internazionali) sono aumentate dell’1,4%.
Tra 1990 e 2013 le emissioni totali di gas a effetto serra sono scese del 16,1%, soprattutto come conseguenza del calo dei consumi energetici e delle produzioni industriali, dell’incremento dell’efficienza energetica e della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il 46,3% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo ha presentato almeno un superamento dei limiti imposti dalla legislazione: in generale, si rileva un incremento dei superamenti, pari al 43,9% nel 2013, al 42,6% nel 2012 e 42,2% nel 2011.

I rischi per il territorio italiano vengono dalla natura, ma ancor più dall’azione dell’uomo. Nel 2014 si sono verificati 211 eventi di frana importanti, che hanno causato complessivamente 14 vittime e danni alla rete stradale e ferroviaria. Le Regioni più colpite sono state Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia. La stima della popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia è pari a 8.600.000 abitanti nello scenario di pericolosità idraulica media (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni), mentre i beni culturali esposti al medesimo rischio sono circa 28.500 e circa 7100 le strutture scolastiche.

Sono stati individuati sul territorio italiano 40 Siti di Interesse Nazionale (SIN). In Italia, gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono 1.104. Di questi circa un quarto è concentrato in Lombardia, ma anche in Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna si rileva un’elevata presenza di industrie a rischio (rispettivamente il 10%, il 9% e l’8% ciascuno).

Nel 2013, le superfici interessate da coltivazioni biologiche o in fase di conversione sono state pari a 1.317.177 ettari, registrando un incremento del 12,8% rispetto all’anno precedente. L’agricoltura biologica interessa il 9,1% della SAU (Superficie agricola utilizzata) nazionale: rispetto al 2012 si rileva un aumento complessivo del 5,4% del numero di operatori.

Fonte: ISPRA

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