Italia povera e insoddisfatta. ISTAT: insoddisfazione dal 43,6% al 53,7%.

ISTAT-Annuario statistico: Italia povera e insoddisfatta
Presentato l’11 novembre scorso, l’Annuario statistico Istat mette in evidenza che in Italia cresce lo scontento e uno su due italiani è insoddisfatto e depresso. Infatti la insoddisfazione è passata dal 43,6% del 2007 al 53,7%.

ISTAT-Annuario statistico: Italia povera e insoddisfatta
Presentato l’11 novembre scorso, l’Annuario statistico Istat mette in evidenza che in Italia cresce lo scontento e uno su due italiani è insoddisfatto e depresso. Infatti la insoddisfazione è passata dal 43,6% del 2007 al 53,7%.

Più di un italiano su due è scontento della propria situazione economica.
Il dato emerge dall’Annuario statistico Istat.
Il livello di insoddisfazione degli italiani per la condizione economica aumenta e passa dal 46,3% del 2007 al 53,7% del 2008 (era del 33,1% nel 2001), mentre scende la percentuale di chi si dichiara soddisfatto, pari al 43,7% rispetto al 51,2% del 2007. I più scontenti sono al Sud (64,2%), seguono il Centro (53,5%) e il Nord (45,9%). Chi si dice molto o abbastanza soddisfatto scende quindi al 43,7% dal 51,2% del 2007 e dal 64,1% del 2001.

Aumenta anche la quota di famiglie che esprime un giudizio negativo confrontando la situazione economica attuale con quella di un anno fa. La realtà è peggiorata per il 54,5% delle famiglie contro il 41% del 2007. Chi dice che la situazione è molto peggiorata si trova soprattutto nel Mezzogiorno (18,7%), mentre al Nord la percentuale è del 14,9%. Ad aumentare sono anche coloro che considerano scarse le proprie risorse economiche: la percentuale passa dal 36,3% del 2007 al 41,3% del 2008. Così come scende la percentuale delle famiglie che considerano adeguato il proprio reddito: dal 55,9% del 2007 al 48,1% di quest’ anno.
La salute, invece, consola gli italiani. L’80% della popolazione esprime un giudizio positivo e il dato è di poco superiore al 2006; e mentre il 12,9% si dice poco soddisfatto, le persone del tutto insoddisfatte sono il 4,4% . Nel Nord , il livello di soddisfazione si attesta all’ 82,8%, nel Mezzogiorno scende al 77,3%. Quanto al lavoro, il 74,6% degli italiani ( quasi tre su quattro), si dice soddisfatto della propria occupazione ma la percentuale scende rispetto a un anno fa quando si registrava un 76,3%.
Rilevante, per l’ Istat, la percentuale di famiglie che, nell’ anno in corso, denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità. In testa alle lamentele, il pronto soccorso ( 55,7%) , le forze dell’ ordine ( 40,6%), gli uffici comunali (35,3%), i supermercati (31,5%) e gli uffici postali (27,9%). Le famiglie meridionali hanno più problemi nell’ accesso ai servizi, ma il divario è più contenuto nel caso di negozi di generi alimentari e supermercati.
E anche le file agli sportelli di ASL, uffici postali e anagrafe, non lasciano decisamente scontenti i cittadini. Rispetto al 2007, cresce la quota di utenti che dichiara tempi di attesa superiori ai 20 minuti. Aumenti significativi in particolare per il pagamento dei vaglia postali (dal 29,7% al 34,6%) del campione intervistato dall’ Istat) e per il ritiro dei pacchi ( dal 21,6% al 26,6%). Ma le attese allo sportello più lunghe restano quelle per il ritiro della pensione (52,3%) o per fare un versamento in conto corrente.
Aumentano gli abitanti: l’ Italia sfiora il tetto dei 60 milioni, ma i 500 mila in più nel 2007 sono dovuti all’ immigrazione ( per l’ esattezza 497.871 nuovi ingressi a bilanciare 6.868 decessi). Gli stranieri sono 3,5 milioni: il 5,8% : il 5,8% della popolazione. Gli anziani ultra 80enni il 5,3%.
E dall’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra persone con più di 65 anni e meno di 15, emerge che l’Italia è il Paese più colpito dall’invecchiamento.La seguono Germania, Grecia e Bulgaria.

(LG-Pa-Ra)

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