L’ambiente in Europa – Stato e prospettive nel 2005

Con questo titolo,l ‘Agenzia europea per l’ambiente ha presentato lo scorso 29 novembre la quinquennale analisi dello stato dell’ambiente in Europa di cui riportiamo nel link la sintesi del testo originale.

In base all’analisi, che l’Agenzia europea per l’ambiente effettua ogni cinque anni, per gli europei l’ambiente è prezioso: i sondaggi di Eurobarometro dimostrano, infatti, che una larga maggioranza (più del 70%) degli europei vuole che i decisori politici attribuiscano uguale peso alle politiche ambientali, politiche e sociali. Inoltre, a livello personale, gli europei sono pronti ad intraprendere azioni ambientali , per quanto farebbero di più se disponessero di maggiori informazioni sulle scelte ambientali che costano poco o nulla e se fossero rassicurati in merito ad un analogo impegno da parte dei loro concittadini.
Questa è la premessa al documento che riguarda la valutazione di 31 paesi che fornisce una descrizione dell’ambiente europeo e segnala le sfide da raccogliere , tra le quali il cambiamento climatico è soltanto una. Destano infatti preoccupazione anche la biodiversità , gli ecosistemi marini, le risorse idriche e terrestri, l’inquinamento atmosferico e la salute. Per la prima volta, la relazione presenta un’analisi paese per paese con indicatori dei risultati e raffronti per tutti i partecipanti: i 25 Stati membri dell’Unione europea, più Bulgaria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Romania, Trchia e Svizzera.
La relazione afferma che la temperatura media dell’Europa è aumentata di 0,95° C durante il XX° secolo, aumento superiore al 35% a quello medio globale di 0,7°C, e le temperature continueranno ad aumentare. L’Unione europea lo ha riconosciuto e si è prefissata l’obiettivo di limitare l’aumento globale della temperatura a 2 gradi oltre i livelli preindustriali.
Per quanrto riguarda le normative comunitarie ambientali, secondo la relazione hanno funzionato. E’stata risanata acqua e aria, eliminato gradualmente alcune sostanze che impoveriscono lo strato di ozono e raddoppiato i tassi di riciclaggio dei rifiuti. Inoltre l’UE dispone di veicoli che inquinano meno; senza i miglioramenti sostanziali apportati alle marmitte catalitiche negli ultimi venti anni , alcune emissioni sarebbero superiori di dieci volte agli attuali livelli. Nondimeno, ci sono voluti dieci anni se non addirittura vent’anni per vedere i risultati di questi interventi, aggiunge la relazione, affermando che ora questi successi ambientali sono superati nei modelli individuali di consumo. Gli europei vivono più a lungo, ed è aumentato il numero delle persone che vivono sole, circostanza che esercita maggiori pressioni sullo spazio di vita. Tra il 1990 e il 2000, ad esempio, più do 800.000 ettari di terreno in Europa sono stati edificati, un’area che corrisponde al triplo della superficie del Lussemburgo. Ove tale tendenza dovesse confermarsi, la nostra area urbana raddoppierà in poco più di un secolo e, per salvaguardare le nostre risorse naturali, indica la relazione, è essenziale gestire lo sviluppo disordinato dell’urbanizzazione.
Le analisi per paese sono state preparate in collaborazione tra i paesi e l’Agenzia europea dell’ambiente per fornire ulteriori punti di vista nazionali nelle analisi. La scelta degli indicatori inseriti nel quadro di valutazione non rispecchia necessariamente le priorità dei vari paesi.

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