La Conferenza mondiale 2005 di Montreal sul clima, dopo-Kyoto

Voluta dalle Nazioni Unite, lo scorso 28 novembre si è aperta a Montreal 11aConferenza sui cambiamenti climatici del nostro pianeta. Partecipano al summit, che si chiuderà il 9 dicembre,circa 10.000 delegati in rappresentanza di 189 paesi di cui le 156 parti che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto e il gruppo dei 33 paesi che non hanno aderito al programma di riduzione dei gas serra, come gli Stati Uniti, l’Australia , oltre a Cina e India che firmeranno quando lo farà anche Bush.

La Conferenza delle Nazioni Unite che si stà svolgendo a Montreal (Canada) cerca di fare un passo avanti nella lotta al riscaldamento globale del pianeta, coinvolgendo anche gli Stati Uniti e alcuni paesi in via di sviluppo in una serie di accordi – che al momento non siamo in grado di prevederne il contenuto – sotto l’egida delle Nazioni Unite che comunque si proiettino dopo il 2012, ovvero dopo la scadenza naturale del Protocollo di Kyoto e quindi determinare quale futuro peserà su questo storico trattato la mancata adesione del paese più inquinante del mondo, gli Stati Uniti d’America.
E’stato giustamente sottolineato che, in realtà, quella di Montreal è, anche tecnicamente, una doppia conferenza. Alla prima partecipano i rappresentanti delle 156 parti che hanno sottoscritto e ratificato il Protocollo di Kyoto lo scorso 16 febbraio. Alla seconda partecipano i rappresentanti delle 189 parti che hanno sottoscritto e ratificato la Convenzione sui Cambiamenti del Clima a Rio de Janeiro nel 1997. Tra i due gruppi vi è una differenza di 33 paesi. I 33 paesi che riconoscono l’esistenza del problema clima e la necessità di intervenire per contenere il previsto aumento della temperatura del pianeta, ma che nion aderiscono al concreto meccanismo scelto per dare corpo a queste preoccupazioni.
Tra questo 33 paesi, i più importanti sono l’Australia e, soprattutto, gli Stati Uniti d’America: la superpotenza economica, politica e militare che da sola è responsabile di un quarto delle emissioni antropiche di gas serra e che è in grado di influenzare profondamente la politica planetaria, ivi inclusa quella ecologica. Cosa dovranno fare le 156 parti pià le 33 parti che hanno ,mandato a Montreal, fino al 9 dicembre, da 8.000 e 10.000 rappresentanti? Dovranno fare 3 cose.La prima riguarda in maniera esclusiva le 156 parti che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto e si sono impegnate a far sì che i paesi industrializzati riducano tra il 2008 e il 2012 del 5,2% le emissioni di gas ad effetto serra rispetto al livello raggiunto nel 1990..Questa decisione è ormai presa e, dal 16 febbraio e vincolante.Il secondo obiettivo di Montreal è squisitamente politico: come ridurre la doppia conferenza a una, ovvero come far rientrare sotto l’ombrello di Kyoto o 33 paesi che hanno sottoscritto la legge quadro perf contrastare i cambiamenti del clima accelerati dall’uomo (Convenzione di Rio) ma non la legge attuativa (Protocollo di Kyoto) Non c’è dubbio che il nocciolo della questione stà nell’atteggiamento degli USA. Infatti, Cina ed India non firmeranno il Protocollo se prima non firmeranno gli USA.
Il terzo e ultimo grande traguardo riguarda il dopo Kyoto. Le politiche previste dal Protocollo , infatti non risolvono il problema clima. Sono solo un primo passo in avanti. Insomma il Protocollo di Kyoto è a un bivio: senza gli Stati Uniti non potrà sopravvivere oltre il 2012. Vedremo dunque a fine conferenza quali accordi saranno raggiunti.
In attesa, proponiamo ai nostri utenti tre brevi documenti riferiti alla conferenza di Montreal e che riportiamo nel link. Il primo documento è stato elaborato dall’Associazione per i popoli minacciati, il terzo un documento del WWF e il terzo un comunicato stampa del Dipartimento federale svizzero dell’ambiente.

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