La libera circolazione dei lavoratori è positiva per l’economia dell’Europa.

E’ quanto affermato nella nota informativa IP/08/1729 del 18 novembre 2008 dalla Commissione europea in occasione della presentazione di una relazione pubblicata in data odierna.

Una relazione della Commissione europea pubblicata il 18 novembre scorso indica che i lavoratori mobili dei paesi che hanno aderito all’Unione europea nel 2004 e nel 2007 hanno avuto un impatto positivo sull’economia degli Stati membri e non hanno causato gravi turbative ai loro mercati del lavoro.

I lavoratori dei paesi UE-8 come anche quelli della Bulgaria e della Romania hanno recato un contributo significativo per assicurare una crescita economica sostenuta senza penalizzare in modo significativo i lavoratori locali e senza determinare un dunping salariale. Sia per l’UE nel suo insieme che per l maggior parte dei suoi Stati membri i flussi di manodopera sono stati limitati rispetto alle dimensioni dei mercati del lavoro e agli afflussi da paesi terzi.

“Il diritto di lavorare in un altro paese è una libertà fondamentale per i cittadini dell’UE. I lavoratori mobili vanno dove c’è da lavorare e questo si traduce in un vantaggio per l’economia” –ha affermato Vladimir Spidla, commissario responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità.

“Invito gli Stati membri a riesaminare se le restrizioni alla libera circolazione sono ancora necessarie considerato quanto dimostra la nostra relazione odierna”, ha aggiunto.

“Il fatto di eliminare queste restrizioni non sarebbe soltanto opportuno sul piano economico, ma contribuirebbe anche a ridurre problemi quali il lavoro non dichiarato e il lavoro autonomo fittizio”.

(LG-FF)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo