La mappatura delle fonti energetiche rinnovabili

Legambiente ha realizzato la prima mappatura delle fonti energetiche rinnovabili nel territorio italiano (vedi link), messa insieme attraverso un questionario – inviato agli oltre 8mila comuni italiani – incrociando dati, conoscenze e studi. L’obiettivo di questa vasta ricerca è di mostrare ad un anno dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto una fotografia dal “basso” della realtà italiana rispetto alla diffusione delle fonti energetiche pulite.

Come si legge nella presentazione del Dossier di Legambiente (febbraio 2006) sul territorio delle fonti rinnovabili, la fotografia che ne viene fuori è migliore di quella offerta dal Paese – le emissioni di CO2 sono cresciute in Italia di oltre il 12% rispetto al 1990 – con centinaia di Comuni che hanno investito sulle fonti rinnovabili e già oggi sono al 100% rinnovabili.
Queste realtà dimostrano due fatti importanti. La prima è che investire sulle fonti rinnovabili conviene, e non solo da un punto di vista energetico e ambientale ma anche occupazionale e di qualità dello sviluppo. Grazie alle rinnovabili si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi e creato nuove prospettive di ricerca oltre, naturalmente, ad un maggiore benessere e qualità della vita. Non ultimo grazie a questi interventi si sono ridotti consumi energetici e bollette dei cittadini, offrendo una risposta concreta alla crisi delle forniture di gas dalla Russia di questi giorni.
Il secondo dato che si può evidenziare è che oggi il territorio ha in mano una leva fondamentale per promuovere e realizzare politiche energetiche sostenibili, che progressivamente portino a liberare Città e Regioni dalla dipendenza delle fonti fossili. Solare, eolico, biomasse, idroelettrico, geotermia sono risorse straordinarie del territorio italiano ma che hanno bisogno di precise scelte e politiche di intervento. Sono proprio le “nuove” rinnovabili come il solare e l’eolico, i piccoli impianti idroelettrici, geotermici, a biomasse a rappresentare la migliore opportunità per una generazione energetica distribuita che permetta ai comuni di diventare in poco tempo protagonisti di interventi capaci di portarli ad una progressiva autonomia energetica. Già oggi tanti territori sono rinnovabili e esportano elettricità da fonti pulite. La prospettiva è di far diventare un numero di Comuni sempre maggiore libero dalla dipendenza di grandi reti, centrali e fonti tradizionali, azzerando le emissioni e riducendo la propria bolletta energetica. Gli obiettivi del Protocollo di Kyoto sono dunque già una realtà di tanti Comuni che ha permesso di coniugare qualità ambientale
e sviluppo. Una ricetta che conviene anche all’Italia se vuole riprendere la strada dello sviluppo e recuperare il gap dagli altri Paesi europei.

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