La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo.

Secondo la Decisione del Parlamento europeo 397.475 IT, deve essere usato un linguaggio senza sessi, cioè dare il via libera a una lingua che rifletta in modo appropriato la sua adesione al principio dell’uguaglianza di genere.

Ad esempio, i traduttori e i redattori degli atti legislativi devono saper riconoscere ed evitare il significato discriminatorio che dipende dall’uso di alcuni vocaboli ed espressioni di uso comune declinati o comunque riferiti al solo genere maschile. Via quindi all’uso degli appellativi femminili e degli equivalenti linguistici per designare lo stato civile di una donna (Signora, Signorina, Madame, Frau, Fraulein, Mrs. Miss, ecc). Tali appellativi sono omessi, preferendo ricorrere al nome completo della persona in questione. La richiesta è stata formulata dal Gruppo di lavoro ad alto livello sull’uguaglianza di genere e sulle diversità. L’impresa alla quale si accinge il Parlamento europeo riconosce tuttavia i limiti imposti dalla babele linguistica dell’Unione europea, le diverse regole grammaticali e i diversi orientamenti che ciascun paese ha adottato in modo più o meno formale. Per non parlare delle preferenze personali dei diretti interessati, che devono pur essere tenute in considerazione. Se l’obiettivo di una armonizzazione totale è chiaramente improponibile, le soluzioni devono essere ricercate in ciascuna lingua, per le quali il Documento che riportiamo nel link propone in via provvisoria e non vincolante delle linee specifiche.

(LG-SP)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo