La Relazione annuale del Presidente della Corte Costituzionale.

Giovedì 25 febbraio, al Palazzo della Consulta, alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e delle altre più alte cariche dello Stato, è stata tenuta la Relazione del Presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante sulla giurisprudenza costituzionale del 2009.

Nell’incontro con la stampa, il Presidente Amirante, ha esordito dicendo che “Il mio predecessore Giovanni Maria Flick iniziò l’anno scorso con l’udienza straordinaria del 28 gennaio, ricordando come Enrico De Nicola avesse rilevato, alla prima udienza di questa Corte, che la nostra Costituzione era poco conosciuta, anche da chi ne parlava “con aria altezzosa di saccenti”.

Nello svolgimento della Relazione annuale è poi entrato più incisivamente sui giudizi sull’operato della Corte in particolare per quanto riguarda la bocciatura del Lodo Alfano che ha spinto alcuni ambienti politici ad affermare che la Corte ha una colorazione politica di parte, e quindi tentando di delegittimare la Corte stessa. “Quando si delegittima un’istituzione – ha detto il Presidente Amirante -, a lungo andare si delegittima lo stesso concetto di istituzione e, privo di istituzioni rispettate, un popolo può anche trasformarsi in una massa amorfa”.

Amirante ha chiarito, senza mezzi termini, che quelle della Corte Costituzionale non sono sentenze emesse “per disegno politico” ma prese nel rispetto e nell’attuazione dei principi costituzionali. Quindi “chi volesse vedere nelle sentenze non dico un disegno, ma anche soltanto un orientamento coerente, alla Corte estraneo, della politica di questo o quel movimento, resterebbe deluso”. Chi parla di politicizzazione della Corte diventa interprete “di quelle sacche di ignoranza che ancora esistono”.

Già in passato, ricorda Amirante, ci fu chi ritenne una “bizzarria che quindici persone, peraltro non elette dal popolo, potessero porre nel nulla una legge emanata dal Parlamento” ma “questa bizzarria va avanti da più di mezzo secolo e quando una Corte o un Tribunale costituzionale dichiara l’illegittimità di una legge non compie nulla di strano, o peggio di illegittimo, e forse ora la bizzarria consiste nel meravigliarsene”.
Il Presidente Amirante, entrando nel merito dell’attività svolta dalla Corte relativa alla giurisprudenza costituzionale dell’anno 2009, ha sottolineato che il totale delle decisioni (numerate) rese dalla Corte Costituzionale “è dik 342, cui dovrebbero aggiungersi le ordinanze non numerate (quali, ad esempio, quelle che si pronunciano in merito all’ammissibilità di interventi di terzi).
“Si tratta di un dato sensibilmente inferiore a quello del 2008 (-23,83% rispetto alle 449 dello scorso anno) e, soprattutto a quello della media degli ultimi venti anni, attestata a 480,65 decisioni annue. In questo lasso di tempo, soltanto nel 2003 si era scesi sotto l soglia delle 400 decisioni (382), per trovare un dato più basso è necessario tornare indietro a prima del c.d. “smaltimento dell’arretrato”(1987-1989), e segnatamente alle 319 decisioni rese nell’anno 1986”.
Le 342 decisioni sono così ripartite: 225 nel giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale; 82 nel giudizio in via principale; 1° nel giudizio per conflitto di attribuzione tra Stato e Regioni e tra Regioni; 22 in quello per conflitto tra poteri dello Stato, di cui 13 ordinanze emesse in sede di giudizio di ammissibilità e 9 decisioni rese nella fase di merito; 1 ordinanza di correzione di errori materiali; a completare il quadro, si pongono poi 2 pronunce che hanno deciso congiuntamente giudizi in via principale e conflitti tra enti (si precisa, sin da ora, che, nelle rilevazioni che seguiranno, esse verranno computate per metà nei dati del giudizio in via principale e per metà in quelli del conflitto intersoggettivo). Non constano, quest’anno, decisioni sull’ammissibilità di richieste di referendum abrogativo.
Le 342 decisioni numerate rese nel 2009 si dividono in 162 sentenze e 180 ordinanze, rispettivamntge pari al 47,37% ed al 52,63%.

(LG-FF)

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