Prodotta dall’ente federato CTI – Comitato Termotecnico Italiano la norma UNI ISO 37155-1:2020 la specifica tecnica UNI/TS 11861:2022 “Biocombustibili solidi – Specifiche e classificazione del combustibile – Definizione delle classi di qualità del nocciolino d’oliva” che tratta biomasse residuali dal settore agricolo e dalla trasformazione agroalimentare.
Alcuni materiali biologici di scarto possono rivelarsi estremamente utili e “sostenibili”. È il caso del nocciolino d’oliva che può essere reimpiegato come biocombustibile solido.
In Italia il mercato dei biocombustibili solidi per l’alimentazione di impianti termici residenziali ed industriali ha assunto una dimensione importante. Legna da ardere, pellet e cippato sono i biocombustibili maggiormente utilizzati. Tuttavia, in alcune aree del Paese è diffuso l’uso di altre tipologie di biomasse solide, normalmente residuali dal settore agricolo e dalla trasformazione agroalimentare. Tra questi il nocciolino d’oliva, sottoprodotto della lavorazione delle olive, presenta alcune caratteristiche che lo rendono interessante come biocombustibile nell’alimentazione di apparecchi termici domestici e residenziali. Per nocciolino d’oliva s’intende la parte dura e compatta del frutto che contiene il seme, residuo della lavorazione del processo di estrazione dell’olio.
A tal proposito la normazione e nello specifico l’ente federato CTI – Comitato Termotecnico Italiano allo scopo di supportare gli operatori di tale mercato ha prodotto la specifica tecnica UNI/TS 11861:2022 “Biocombustibili solidi – Specifiche e classificazione del combustibile – Definizione delle classi di qualità del nocciolino d’oliva” che definisce le classi di qualità del nocciolino d’oliva per l’alimentazione di impianti termici residenziali ed industriali.
I biocombustibili definiti dalla specifica tecnica sono utilizzati in impianti termici che presentano tecnologie e sistemi di abbattimento in grado di rispettare i parametri delle emissioni secondo la legge vigente.
Relativamente alla materia prima le biomasse considerate dalla specifica tecnica sono classificate dal codice 3.1.2.3 Nocciolo/mandorla/fibra dei frutti per l’origine e provenienza, 3.2.1.2 Noccioli/Drupe sottoprodotti agroindustriali non trattati chimicamente e 3.2.2.2 Noccioli/Drupe sottoprodotti agroindustriali trattati chimicamente come da prospetto 1 della UNI EN ISO 17225-1. All’interno della UNI/TS 11861 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:
– UNI EN ISO 659 Semi e frutti oleaginosi – Determinazione del contenuto di olio (Metodo di riferimento);
– UNI EN ISO 14780 Biocombustibili solidi – Preparazione del campione;
– UNI EN ISO 16559 Biocombustibili solidi – Terminologia, definizioni e descrizione;
– UNI EN ISO 16948 Biocombustibili solidi – Determinazione del contenuto totale di carbonio, idrogeno e azoto;
– UNI EN ISO 16968 Biocombustibili solidi – Determinazione dei microelementi;
– UNI EN ISO 16994 Biocombustibili solidi – Determinazione del contenuto totale di zolfo e cloro;
– UNI EN ISO 17225-1 Biocombustibili solidi Specifiche e classificazione del combustibile – Parte 1: Requisiti generali;
– UNI EN ISO 17827-1 Biocombustibili solidi Determinazione della distribuzione granulometrica di combustibili non pressati – Parte 1: Metodo del vaglio oscillante con setacci di apertura maggiore o uguale a 3,15 mm;
– UNI EN ISO 17828 Biocombustibili solidi – Determinazione della massa volumica apparente;
– UNI EN ISO 18122 Biocombustibili solidi – Determinazione del contenuto di ceneri;
– UNI EN ISO 18125 Biocombustibili solidi – Determinazione del potere calorifico;
– UNI EN ISO 18134-2 Biocombustibili solidi – Determinazione del contenuto d’umidità – Metodo dell’essiccamento in forno – Parte 2: Umidità totale – Metodo semplificato;
– UNI EN ISO 18135 Biocombustibili solidi – Campionamento;
– UNI EN ISO 21404 Biocombustibili solidi – Determinazione del comportamento di fusione delle ceneri.
Fonte: UNI