L’analisi dei tumori al polmone in uno studio della RePOL

Uno studio denominato “Protos” monitora l’aumento dell’incidenza delle neoplasie polmonari sul territorio leccese.

La RePOL distribuisce attraverso medici, tecnici della prevenzione e dipendenti Asl, un questionario volto a investigare tutti i possibili fattori di rischio, compresi quelli lavorativi, che potrebbero avere una incidenza con l’aumento delle neoplasie polmonari nel Salento. Lo studio battezzato “Protos” rappresenta un’apripista per successive iniziative su altri tipi di tumore.

Sono circa 500 le persone che ogni anno nella provincia di Lecce si ammalano di tumore al polmone. Un dato che la RePOL ha deciso di monitorare e investigare attraverso uno studio che mette a confronto stili di vita ed esposizione ai rischi.

La forte incidenza delle neoplasie polmonari sul territorio leccese è stata evidenziata dal Registro tumori della Asl, certificato dall’associazione nazionale registri tumori Airtum, che dal 2003 al 2007 ha registrato un numero crescente di tumori al polmone rispetto alla media nazionale, specialmente nella popolazione maschile. Il dato risulta ancora più interessante se confrontato con altre zone del Centro-Nord, che nonostante siano più industrializzate e caratterizzate da una forte presenza di insediamenti industriali ad elevato impatto ambientale, presentano numeri molto più bassi.

La ricerca consiste nel somministrare un questionario, redatto dagli esperti del settore, a circa 500 malati di tumore al polmone e contemporaneamente a 600 persone sane: l’incrocio dei dati saprà dire qualcosa di più sul fenomeno. “L’indagine – spiega Giovanni De Filippis, direttore del dipartimento prevenzione Asl Lecce – si inserisce nell’attività della RePOL che, nata nel 2013, vuole approfondire e studiare quanto alcuni stili di vita, l’esposizione ambientale e professionale possano essere legati all’insorgere di determinate neoplasie.

I primi 250 questionari, realizzati dagli esperti della RePOL, sono stati distribuiti alla fine dello scorso mese di marzo da intervistatori appositamente preparati, mentre per ottobre è prevista la lettura dei dati. “Prevediamo di poter pubblicare i primi risultati già per fine anno”, precisa De Filippis. “Per noi è fondamentale capire al più presto quali sono i fattori di rischio presenti sul territorio e perché il fenomeno sta coinvolgendo specialmente la popolazione maschile: potrebbe essere il fumo derivante dalle sigarette o anche la presenza di gas radon sul territorio leccese, senza poi dimenticare che ci troviamo tra Taranto e Brindisi, due siti con una forte presenza di grandi realtà industriali. I questionari, inoltre, sono stati strutturati anche per analizzare la cosiddetta emigrazione di ritorno, proprio perché sono sempre più numerosi i pugliesi che dopo aver lavorato all’estero, in siti industriali molto inquinati, ritornano nella propria terra d’origine”.

Fonte: INAIL

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