Gig Economy, l’UE lavora a una nuova direttiva per migliorare le condizioni dei lavoratori delle piattaforme digitali

L’Unione Europea sta lavorando a una nuova direttiva per migliorare le condizioni dei lavoratori delle piattaforme digitali. I ministri del lavoro UE hanno raggiunto un accordo che permetterà al Consiglio europeo di avviare i negoziati con il Parlamento europeo.

 

Il Consiglio europeo è pronto ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo per una nuova legge che aiuterà milioni di lavoratori della Gig Economy ad avere accesso ai diritti del lavoro.
Il 12 giugno 2013 i ministri del lavoro e delle politiche sociali hanno concordato l’orientamento generale del Consiglio per una proposta di direttiva volta a migliorare le condizioni di lavoro per i lavoratori su piattaforma. La proposta introduce due miglioramenti fondamentali: aiuta a determinare il corretto status occupazionale delle persone che lavorano per le piattaforme digitali e stabilisce le prime norme dell’UE sull’uso dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro.

Attualmente, la maggior parte dei 28 milioni di lavoratori su piattaforma dell’UE, inclusi tassisti, lavoratori domestici e fattorini di food delivery, sono formalmente lavoratori autonomi tuttavia alcuni di loro devono rispettare molte delle stesse regole e restrizioni di un lavoratore subordinato. Ciò indica che hanno effettivamente un rapporto di lavoro e dovrebbero quindi godere dei diritti del lavoro e della protezione sociale concessi ai lavoratori ai sensi del diritto nazionale e dell’UE.
L’obiettivo del Consiglio è affrontare questi casi di errata classificazione e agevolare la riclassificazione di tali lavoratori come dipendenti. Secondo l’orientamento generale del Consiglio i lavoratori dovrebbero essere considerati dipendenti di una piattaforma digitale (e non lavoratori autonomi) nel caso in cui il loro rapporto con la piattaforma soddisfi almeno tre dei sette criteri stabiliti nella direttiva che includono:
– limiti massimi sulla quantità di denaro che i lavoratori possono ricevere;
– restrizioni sulla loro possibilità di rifiutare il lavoro assegnato;
– presenza di regole che ne disciplinano l’aspetto o il comportamento.
Spetterà alla piattaforma digitale dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro subordinato secondo la legislazione e la prassi nazionale.

Considerando che le piattaforme di lavoro digitali utilizzano regolarmente algoritmi per la gestione delle risorse umane, i lavoratori della piattaforma si trovano spesso di fronte a una mancanza di trasparenza su come vengono prese le decisioni e su come vengono utilizzati i dati personali.
Il Consiglio europeo vuole garantire che i lavoratori siano informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisionali. Secondo le nuove regole, questi sistemi saranno monitorati da personale qualificato, la supervisione umana sarà garantita per eventuali contestazioni e sospesioni dei pagamenti.

Il Consiglio avvierà i negoziati con il Parlamento europeo sulla base dell’orientamento concordato al fine di raggiungere un accordo provvisorio.

Fonte: Consiglio europeo

Vai alla notizia completa…

Precedente

Prossimo