Le “considerazioni finali” del Governatore della Banca d’Italia.

Nel suo ultimo discorso da governatore della Banca d’Italia, M.Draghi non ha accennato alla questione ancora tutta aperta della sua successione ma ha indicato “merito e indipendenza” come condizioni essenziali per la credibilità delle sue analisi, per l’efficacia delle sue azioni. Draghi, ricordiamo, è stato indicato dai ministri finanziari europei come nuovo presidente della BCE e assumerà il nuovo incarico a novembre al termine del mandato del francese Jean-Claude Trichet.

Draghi, riesce a chiudere il cerchio della sua esperienza in sole 19 cartelle, tratteggiando un memorandum per il suo successore che si concentra su un tema dominante: la crescita, quasi un “punto fisso”, come riconosce lui stesso. Sulla diagnosi tutti sono d’accordo. E Draghi sforna dati allarmanti in un confronto impietoso con la Francia. Il freno è provocato dal blocco in otto aree fondamentali, in cui la politica è chiamata ad intervenire al più presto.

Tuttavia “sulle linee di fondo delle azioni da intraprendere” l’Italia continua dividersi. Ma la speranza di Draghi non si spegne, perché “ciò che può unire è più forte di ciò che divide”. E’ possibile tornare alla crescita.

Come fare? Non si sfugge al risanamento del bilancio pubblico, ma da portare avanti pensando a liberare nuove risorse. Serve insomma “una manovra tempestiva, credibile agli occhi degli investitori, orientata a favore della crescita”. Sui conti il governatore ritiene “appropriato l’obiettivo del pareggio nel 2014” e l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-2014. Per riallineare i conti bisognerà tagliare la spesa primaria di almeno 5 punti nel triennio. E qui Draghi, rivolgendosi all’attuale ministro dell’economia afferma che “Non è consigliabile procedere a tagli uniformi in tutte le voci. Una manovra cosiffatta inciderebbe sulla già debole ripresa, fino a sottrarle circa due punti di Pil in tre anni”. Insomma, finora Giulio Tremonti ha “bloccato” la ripresa. Diverso sarebbe stato seguire quello che Tommaso Paolo Schioppa aveva iniziato, cioè quell’esame voce per voce per selezionare quelle inutili.

Sul fisco il Governatore ribadisce la necessità di ridurre la pressione sui lavoratori e le imprese, attingendo al recupero di evasione fiscale “in aggiunta a quelli veramente apprezzabili, che l’Amministrazione ha recentemente acquisito.
Ma, oltre al risanamento – ha detto ancora Draghi – serve il rilancio dell’economi, che finora ha recepito solo 2 dei 7 punti persi nella crisi.. “In 10 anni il Pil è aumentato del 3% contro il 12 della Francia.” La produttività oraria non si è spostata, mentre oltralpe è salita del 9%.

Passando ai contratti di lavoro, Draghi denuncia un pronunciato dualismo tra tutelati e precari, e chiede di “riequilibrare la flessibilità nel mercato del lavoro, oggi quasi tutta concentrata nelle modalità d’ingresso”, chiedendo “l’ammodernamento delle relazioni industriali, per favorire la produttività nell’interesse di tutte le parti”. Per Draghi bisogna rafforzare ancora la contrattazione aziendale e al contempo dare certezze sulla rappresentanza sindacale.

Draghi ha affrontato anche il tema del lavoro femminile, vero “fattore cruciale di debolezza del nostro sistema”, su cui bisogna ridurre “i disincentivi impliciti nel regime fiscale.”

Insomma, le considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia e prossimo a partire per Francoforte a dirigere la Banca Centrale Europea hanno puntato l’obiettivo su otto riforme urgenti:dalla scuola, al welfare alla giustizia civile. Urgente i conti in ordine e misure per la crescita.

(LG-FF)

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