Le osservazioni delle Associazioni ambientaliste sull’Atto del Governo concernente la Valutazione di Impatto Ambientale

Venti Associazioni ambientaliste, tra cui Associazione Ambiente e Lavoro, hanno richiesto al Ministero dell’ambiente un radicale ripensamento della riforma della procedura di VIA presentando il documento “Osservazioni delle Associazioni ambientaliste sull’Atto del Governo n. 401 – Schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva 2014/52/UE che modifica la Direttiva 2011/92/UE concernente la Valutazione di Impatto Ambientale di determinati progetti pubblici e privati”.

Venti Associazioni ambientaliste, tra cui Associazione Ambiente e Lavoro, hanno inviato a Gian Luca Galletti, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e per conoscenza a Graziando Delrio, Ministro dei trasporti e delle infrastrutture e Raffaele Cantone, Presidente ANAC una lettera a oggetto: richiesta di un radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA.

Tale lettera accompagna il documento “Osservazioni delle Associazioni ambientaliste sull’Atto del Governo n. 401 – Schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva 2014/52/UE che modifica la Direttiva 2011/92/UE concernente la Valutazione di Impatto Ambientale di determinati progetti pubblici e privati” già inviato alle Commissioni parlamentari competenti.

Le scriventi associazioni sono costrette a rilevare che, pur nel positivo recepimento, per molti aspetti, della Direttiva 2014/52/UE, non si è inteso, con l’AG n. 401, trasporre nell’ordinamento italiano fedelmente gli obiettivi di fondo della modifica normativa comunitaria, tesa a meglio chiarire e rafforzare i capisaldi della procedura di VIA per renderla più trasparente, tramite un rafforzamento della qualità delle informazioni rese
disponibili al pubblico per favorirne la sua partecipazione.

Numerose modifiche, come viene puntualmente riportato nelle seguenti osservazioni e richieste di emendamento, vanno esattamente nella direzione opposta: non fornire informazioni adeguate e complete al pubblico, né garantire la sua effettiva partecipazione, rendendo più opaca, approssimativa e fallace la nuova procedura, rispetto a quella vigente, favorendo ogni volta che sia possibile il proponente il progetto.

Il modello seguito nell’AG n. 401 nella modifica delle procedure di VIA vigenti, come vedremo qui di seguito, ricalca per molti versi l’impostazione dalla normativa speciale per le infrastrutture strategiche derivante dalla legge Obiettivo, ricompresa nel vecchio Codice Appalti (DLgs n. 163/2006), che sia la legge delega 11/2016, che il nuovo Codice Appalti (DLgs n. 50/2016) hanno inteso espressamente superare considerati i danni provocati dal 2001 al 2015 -come è stato ricordato a suo tempo dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio e dal presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone-.

In particolare, la scelta contenuta nell’AG n. 401 di effettuare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di fattibilità, invece che su quello definitivo, con un blando monitoraggio delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA nelle fasi successive di progettazione, sottrae informazioni fondamentali al pubblico (sul dettaglio tecnico del progetto e sugli impatti sull’ambiente e sulle aree a vario titolo vincolate) e impegna, con un primo atto autorizzativo, l’amministrazione pubblica competente nei confronti del proponente, con il rischio concreto (come è avvenuto nei 15 anni di applicazione della legge Obiettivo) che si abbiano variazioni, anche sostanziali, del progetto, dei relative impatti ambientali e delle misure di compensazione e mitigazione necessarie. Variazioni che fanno lievitare i costi delle opere provocando un danno erariale allo Stato, nonché danni all’ambiente e alla comunità.

Ci soffermiamo qui di seguito sugli aspetti più critici, chiedendo al Parlamento con i propri pareri di indurre il Governo ad un serio e radicale ripensamento su molte delle disposizioni dell’AG n. 401 che, invece di costituire quel passo avanti, atteso e perseguito dal legislatore comunitario, costituiscono un passo indietro anche rispetto allo stesso testo vigente del DLgs n. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente).

Per leggere il documento completo andare al primo link.

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