Legge delega ambientale: Ciampi NON FIRMA e chiede chiarimenti al Governo

Il Presidente della Repubblica NON ha firmato il D.Lgs. approvato dal Governo il 3 febbraio u.s. ed ha chiesto chiarimenti in merito al Governo.

Si tratta di una procedura “informale” che il Quirinale ha attivato per avere lumi sui molti rilievi di possibile incostituzionalità del D.Lgs., dopo la “totale bocciatura” ed annuncio di ricorso alla Corte Costituzionale deciso dalle Regioni e le “pesantissime” critiche formulate dalle Associazioni ambientali.

La procedura del Quirinale è “informale” poichè si tratta di legge delega, per cui non è possibile la “usuale” prassi del rinvio ad una seconda approvazione (con o senza modifiche).

Ciò potrebbe causare (l’auspicabile) rinvio della entrata in vigore della nuova norma e la sua (altrettanto auspicabile) abrogazione o consistente modifica già annunciata dall’opposizione qualora l’Unione diventi maggioranza dopo le prossime elezioni del 9-10 aprile p.v.

Il commento del Ministero dell’Ambiente è lapidario: In queste ore si sta svolgendo una riunione tecnica per elaborare le risposte da fornire al Presidente Ciampi, che ha chiesto alcuni chiarimenti. Non appena pronte, tra oggi e domani, saranno fornite al governo che le girerà immediatamente a Ciampi.

Contro la legge delega ambientale da tempo le Associazioni ambientaliste e Regioni, Province e Comuni che avevano sollevato la propria voce per esprimere un netto dissenso. E oggi Ciampi è venuto incontro alle loro preoccupazioni. “La richiesta di chiarimenti da parte del Quirinale sulle modalità che hanno portato al varo del decreto legislativo che attua la delega ambientale è la conferma più autorevole delle numerose preoccupazioni e criticità che Regioni ed autonomie locali avevano sollevato in modo unanime. Il parere negativo espresso in sede di Conferenza unificata è stato l’ultimo atto di un iter che ha saltato ogni dialogo ed ogni forma di concertazione”, ha commentato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Il decreto legislativo che prevede nuove norme in materia ambientale – accusano da tempo Regioni ed autonomie locali, che nei mesi scorsi hanno scritto un documento col pieno accordo del mondo dell’ambientalismo – non si limita a coordinare, riordinare o integrare “ma stravolge il sistema attuale e mina le fondamenta su cui poggia l’intera normativa”.

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