La Relazione finale della Commissione parlamentare sugli infortuni sul lavoro

Nei giorni scorsi, la Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta sugli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette “morti bianche”, istituita dal Senato della Repubblica in data 23 marzo 2005, ha terminato i lavori, presentando la Relazione finale che riportiamo nel link.

Si legge,fra l’altro, nella Relazione della Commissione parlamentare che l’esame dei dati statistici in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali indica come il problema della sicurezza sul lavoro sia ancora di estrema gravità. Le variazioni delle cifre (che pure attestano, negli ultimi anni, una tendenza al decremento degli infortuni) sono infatti poco rilevanti rispetto all’entità complessiva del fenomeno e alla molteplicità delle questioni che sorgono nella concreta attuazione della normativa.
Basti ricordare, al riguardo, facendo riferimento all’ultimo anno che presenta dati tecnicamente attendibili, che gli infortuni denunciati dall’INAIL nel 2004 ammontano a 996.568 di cui 1278 mortali, mentre il numero delle malattie professionali manifestatesi nel medesimo anno (sempre con riferimento al regime INAIL) risulta pari a 25.364.
Occorre in ogni caso rilevare una carenza negli attuali metodi di rilevamento dei dati, in quanto tali metodi fanno prevalentemente riferimento al solo ambito dell’INAIL e dell’IPSEMA – con esclusione quindi sia dei lavoratori non assicurati sia di quelli regolari-,
Per le malattie professionali, peraltro, le carenze sono ancora più gravi , in quanto la denuncia delle malattie medesime è presentata, in molti casi, presso soggetti diversi dall’INAIL e dall’IPSEMA (quali le aziende sanitarie locali, le direzioni provinciali del lavoro e le autorità giudiziarie) e non esiste un coordinamento nella raccolta e nell’elaborazione dei dati, nonostante che la legislazione prevederebbe già dal 2000 l’istituzione presso l’INAIL, di un “registro nazionale delle malattie causate dal lavoro ovvero ad esse correlate (articolo 10, comma 5, del Decreto Legislativo 23 febbraio 2000,n.38).
Riguardo al sistema dei dati INAIL, sussistono altresì esigenze più specifiche, che sono state rilevate, tra l’altro, dal Consiglio di Indirizzo di Vigilanza del medesimo Istituto.Tali esigenze concernono, in particolare, il conseguimento, tramite le opportune soluzioni organizzative, della completezza della rilevazione dei dati disponibili nell’ambito delle strutture dell’Istituto, l’integrazione dei medesimi con il corredo di riferimenti tecnici che ne agevolino la trasparenza e la comprensione, l’adozione di procedure di verifica e la definizione di livelli di responsabilità nella gestione dei dati e nella relativa certificazione.
Pur con questa premessa, la Relazione afferma che i dati relativi agli infortuni nei primi giorni e, più in generale, nel periodo iniziale dell’attività lavorativa attestano, da un lato, una rilevante incidenza della mancanza di un’informazione e formazione adeguata (sia diretta – da parte cioè dei datori di lavoro – sia da parte dei colleghi), dall’altro, l’esistenza di una diffusa prassi, in base alla quale il lavoratore irregolare viene denunciato dal datore di lavoro qualora si verifichi9 un infortunio. Dai dati emerge che circa il 6% degli infortuni mortali è avvenuto il primo giorno di lavoro (tale dato è pari all’11,4% nel settore edile), il 10,1% nella prima settimana ed il 36,4% nel primo anno.
La Relazione della Commissione è dotata di tre Allegati (che saranno pubblicati in seguito) , tra i quali quelli contenenti le relazioni finali dei vari gruppi di lavoro della Commissione (sono cinque tali gruppi di lavoro ognuno dei quali si è occupato di temi specifici come il “lavoro minorile e sommerso”, “le malattie professionali”, il “settore edile”, il “settore agricolo” e gli “infortuni domestici”).

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