In particolare, lItalia è stata declassata in virtù di limitazioni imposte dalla legislazione, per laumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e di gruppi dellestrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media, come si legge nel comunicato della ong. Eil settimo anno consecutivo che si registra un aumento delle restrizioni per la libertà di stampa, ma, cosa ancor più grave,- come scrive il quotidiano Il Sole 24 ore del 1° maggio 2009 – è la prima volta che il peggioramento riguarda tutto il mondo: il numero delle restrizioni è doppio rispetto a quello delle più ampie libertà.
Delle 195 nazioni prese in esame da Freedom House, 70 (vale a dire il 36%, contro le 72 del 2008) sono giudicate libere, 61 (31% erano lo scorso anno) sono parzialmente libere e 64 (33%) sono non libere. La nuova ricerca sottolinea che solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi dove vige la libertà di stampa. Le restrizioni più gravi sono state registrate nellEuropa Centro-Orientale e in Russia. Tuttavia ci sono anche notevoli seppure rari miglioramenti, che ad esempio riguardano le Maldive (dove è stata adottata una nuova Costituzione che tutela la libertà di stampa) e la Guyana, dove sono sensibilmente diminuiti gli attacchi contro i giornalisti.
(LG-FF)