Libertà di stampa: l’Italia passa da paese “libero” a “parzialmente libero”.

Il Rapporto “Freedom of the Press 2009” di Freedom House, una organizzazione non profit con sede negli Stati Uniti, viene affermato che il 2008 ha visto la libertà di stampa diminuire in tutto il mondo e anche Paesi di consolidata democrazia come l’Italia (l’unico in Europa) e Israele hanno imposto nuovi limiti ai media. L’organizzazione non governativa segnala in generale nel rapporto 2009 un peggioramento delle condizioni di libertà di manifestazione del pensiero e dei media.

Secondo Freedom House – di cui riportiamo nel link (in lingua inglese) una sintesi del Rapporto “Freedom of the Press 2009”, diffuso il 1° maggio 2009 – Israele, Italia e Taiwan sono passati dallo status di “Paesi liberi” a quello di “Paesi parzialmente liberi”, e questo peggioramento che dimostra che “anche democrazie consolidate con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà “, ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House.

In particolare, l’Italia è stata declassata in virtù di “limitazioni imposte dalla legislazione, per l’aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e di gruppi dell’estrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media”, come si legge nel comunicato della ong. E’il settimo anno consecutivo che si registra un aumento delle restrizioni per la libertà di stampa, ma, cosa ancor più grave,- come scrive il quotidiano Il Sole 24 ore del 1° maggio 2009 – è la prima volta che il peggioramento riguarda tutto il mondo: il numero delle restrizioni è doppio rispetto a quello delle più ampie libertà.
Delle 195 nazioni prese in esame da Freedom House, 70 (vale a dire il 36%, contro le 72 del 2008) sono giudicate “libere”, 61 (31% erano lo scorso anno) sono “parzialmente libere” e 64 (33%) sono “non libere”. La nuova ricerca sottolinea che solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi dove vige la libertà di stampa. Le restrizioni più gravi sono state registrate nell’Europa Centro-Orientale e in Russia. Tuttavia ci sono anche notevoli seppure rari miglioramenti, che ad esempio riguardano le Maldive (dove è stata adottata una nuova Costituzione che tutela la libertà di stampa) e la Guyana, dove sono sensibilmente diminuiti gli attacchi contro i giornalisti.

(LG-FF)

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