Le prospettive aperte a livello mondiale dalla ricerca e i risultati ottenuti dall’Italia rappresentano un importante esempio di quanto il settore possa ancora offrire.
L’impianto installato nel 1984 nell’isola di Vulcano ha mostrato al mondo come la tecnologia fotovoltaica (FV) per generazione elettrica fosse affidabile e robusta: in oltre 30 anni di funzionamento in quell’impianto si è registrato un modesto 6% di perdita di produzione.
Attualmente la capacità fotovoltaica installata globalmente è di 200 GigaWatt, un valore pari al fabbisogno annuo dell’Italia che è uno dei paesi più industrializzati del mondo. Si tratta di una quantità davvero poco rilevante, mentre, secondo lo Studio, i tempi sarebbero maturi per una “rivoluzione energetica solare”.
Due i fattori decisivi:
– la tecnologia FV è in grado di restituire, a seconda dei materiali e delle tecnologie utilizzate, da 10 a 50 volte l’energia impiegata nella sua costruzione;
– per la copertura completa del fabbisogno elettrico dell’Unione Europea sarebbe sufficiente occupare con i pannelli fotovoltaici una superficie inferiore allo 0.6% del suo territorio, percentuale che dovrebbe fugare gli attuali timori circa l’occupazione e gli impatti ambientali delle installazioni.
Negli ultimi tempi la disponibilità crescente di elettricità ottenuta dal sole durante le ore di punta ha fatto crollare il prezzo del kWh nei Paesi più solarizzati. In particolare in Italia si è passati dai 75 euro/MWh del 2006 ai 52 Euro/MWh del 2014 e si stima che in questo ribasso l’apporto della generazione fotovoltaica abbia pesato molto più della crisi che ha ridotto la domanda.
I vantaggi e i costi della tecnologia, si sostiene, sono chiari: l’elettricità fotovoltaica è venduta a prezzi inferiori a quelli dell’elettricità prodotta con fonti convenzionali e questo anche senza incentivazioni e non solo nei Paesi più soleggiati, ma persino in Francia, che è il Paese, a livello globale, dove si registra la maggiore diffusione del nucleare.
I vantaggi del FV potrebbero essere ancora più consistenti se il Governo adottasse le misure giuste come, per esempio, estendere le detrazioni fiscali e reintrodurre una tariffa incentivante per gli impianti a terra a inseguimento, che consentono di massimizzare la generazione nei mesi invernali e autunnali, quando il FV produce il massimo risparmio per il consumatore.
Un altro fattore importante potrebbe essere stimolare l’elettrificazione dei consumi, dal riscaldamento alla mobilità, per far crescere domanda elettrica e, conseguentemente, l’impatto del FV sul Prezzo Unico Nazionale (PUN).
Per completare la transizione e sostituire i combustibili fossili nel riscaldamento degli edifici con le pompe di calore e nel trasporto pubblico e privato delle persone con tram, treni e auto elettriche, restano da perfezionare le tecnologie di accumulo necessarie a rendere disponibile l’elettricità in mancanza di irradiazione solare, ma le evoluzioni tecnologiche e le realizzazioni del’industria delle batterie e delle celle a idrogeno fanno ben sperare sulle capacità e sul contenimento dei costi, come accaduto per i recenti sviluppi della tecnologia e dell’industria fotovoltaica.