Lo sviluppo sostenibile come forza trainante delle trasformazioni industriali

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 318/1 del 23-12-2006 è pubblicato il Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema “Lo sviluppo sostenibile come forza trainante delle trasformazioni i industriali”.

Il suddetto Parere è stato adottato dal Comitato economico e sociale europeo in data 14 settembre 2006, nel corso della 429° sessione plenaria del 14 settembre 2004 con 98 voti favorevoli, 11 voti contrari e 11 astensioni.
Il Parere del CESE si richiama prevalentemente alla strategia di Lisbona sostenendo, fra l’ltro, che una politica industriale mirata allo sviluppo sostenibile può contribuire alla competitività di tutta l’economia europea, non solo dei nuovi settori emergenti, ma anche dei settori industriali tradizionali. Il CESE auspica che la Commissione europea appoggi tale politica. Gli esempi illustrati in questo parere dimostrano che meccanismi di aiuto ben consegnati (combinazione di incentivi fiscali, remunerazione garantita, promozione e regolamentazione) messi in pratica nel processo di introduzione di nuove tecnologie ambientali, possono contribuire a creare , proprio per queste tecnologie, un mercato in grado poi di svilupparsi autonomamente. Gli eventuali meccanismi di sostegno devono essere marcatamente degressivi: il costo degli aiuti di Stato non dovrebbe limitare la competitività internazionale delle altre industrie.
Il CESE osserva che le sovvenzioni e gli incentivi non sono sempre efficaci e, se usati in maniera non corretta, possono comportare gravosi oneri finanziari e scarsi benefici per l’economia. Sovvenzioni e regolamentazioni dovrebbero aiutare a creare il mercato e ad avviare lo sviluppo .
fino a quando la tecnologia non sia abbastanza matura da consentire una sopravvivenza autonoma. I fattori cruciali di un sostegno efficace sono: la giusta durata nel tempo; una definizione appropriata; la degressività nel tempo; l’annuncio anticipato; la cooperazione fra Stato e settore privato.
Lo sviluppo sostenibile – afferma il CESE – , avendo una dimensione globale, non deve limitarsi al contesto europeo. La politica europea di sostenibilità dovrebbe essere dotata di strumenti tali da evitare che i posti di lavoro vengano delocalizzati in altre regioni. Per garantire condizioni di partenza uguali per tutti (level playn field) è necessario un duplice approccio: all’interno dell’UE da un lato e ll’esterno dell’Unione dall’altro. Per quanto riguarda il primo , si dovrebbero introdurre strumenti appropriati per fare in modo che i costi sociali e ambientali derivanti da metodi di produzione non sostenibili all’interno dell’Unione europea vengano internalizzati nel prezzo dei prodotti, a sostegno dell’elemento chiave della relazione della Commissione mondiale sulla dimensione sociale della globalizzazione, facendo in modo che negli accordi sul commercio vengano inseriti criteri di tipo non commerciale, quali ad esempio le norme sociali e ambientali fondamentali, con l’intento di agevolare il miglioramento delle politiche di sostenibilità dei concorrenti dell’Europa.

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