Nel 45% dei casi il Centro Clinico di riferimento è fuori dalla Regione di residenza ed inoltre circa il 20% delle famiglie deve postarsi dalla propria città per raggiungere i presidi dove effettuare la terapia specifica, che in un terzo dei casi è fuori regione. Allo stesso tempo il 13% non ha, o non ha ancora, individuato un centro clinico di riferimento specifico per il trattamento della propria patologia.
E importante sottolineare che, grazie allimpegno delle Istituzioni, delle Associazioni, della classe medica e dei progressi della ricerca, i tempi di attesa della diagnosi si sono notevolmente abbreviati nel corso degli anni. Si è passati, infatti, dai 10 anni prima del 1975 ad una media di soli 5 mesi nellultimo quinquennio, sebbene vi siano grandi differenze tra le diverse Malattie Rare esaminate. Inoltre negli ultimi cinque anni l80% ha avuto come prime diagnosi quella definitiva, mentre prima del 1975 erano circa 3 le diagnosi errate che venivano fatte prima di arrivare a quella certa. Una migliore precisione diagnostica comporta la possibilità di accedere più rapidamente al percorso terapeutico e riabilitativo riducendo così i costi sociali.
Da non sottovalutare limpatto economico sulle famiglie. Dopo il 2001, lanno della normativa sullesenzione dalla partecipazione ai costi per parte delle Malattie Rare, le cose sono migliorate soprattutto per le spese necessarie a pervenire alla diagnosi, dove si è verificata una riduzione di 30 punti percentuali (prima del 20°01 il 70% delle famiglie affrontava spese per la diagnosi a fronte di un 40% riscontrabile dopo tale data, mentre tale normativa non ha modificato in maniera così rilevante i costi relativi allassistenza e alla cura. Una volta ottenuta la diagnosi, il 61% delle famiglie dichiara di dover affrontare spese per assistenza e cure (45% fino a 500 euro al mese; 11% tra 500 e 1000 e 5% oltre i 1.000 euro).In alcune situazioni il carico economico porta ad indebitarsi: almeno il 22% di queste famiglie ha avuto bisogno di un aiuto finanziario, che per più della metà è stato offerto dai parenti. Non è un caso, infatti, zse il 15,4$ delle famiglie con un componente affetto da una Malattia Rara è in fascia di povertà rispetto al reddito.
LIstituto per gli Affari Sociali ha dichiarato il presidente Giulio Boscagli, nel presentare lo studio in linea con la sua vocazione storica e con la ridefinizione della sua missione istituzionale, è fortemente orientato alle attività dio ricerca, analisi e studio nellambito delle politiche sociali. Si tratta di un settore, nel quadro delle politiche pubbliche, di grande rilevanza, al quale il nostro ente intende dare il proprio contributo, anche in direzione dello sviluppo di un nuovo modello sociale.
Il Welfare che vorremmo coinvolge nel processo di partecipazione le istituzioni, le famiglie, il volontariato, lassociazionismo e soprattutto le persone che tutti i giorni vivono le difficoltà della patologia (in questo caso, le Malattie Rare) e che proprio per questo possono contribuire ad elaborare soluzioni concrete più efficaci ai problemi quotidiani. Mio auguro che i risultati del lavoro svolto ttraverso questo studio, che potranno essere alla base di una successiva ricerca che includerà un numero maggiore di patologie e di Associazioni, possano essere utili agli attori istituzionali per delineare assetti legislativi e socio-sanitari sempre più idonei alle necessità dei Malati Rari e delle loro famiglie
(LG-FF)