Materiali informativi sulla certificazione EMAS

Messo a punto dalla Commissione Europea, per far meglio conoscere questo strumento, su base volontaria, a disposizione delle imprese e di altre organizzazioni per valutare e ridurre i propri impatti ambientali.

Ad aprile 2018 erano 983 le imprese e le organizzazioni che in Italia hanno conseguito una certificazione EMAS, dopo la Germania è il Paese con il numero più alto; nel complesso dell’Unione erano 3.866. Per chi è interessato a verificare quali sono, è disponibile online una banca dati accessibile a tutti.

Le organizzazioni che hanno EMAS si impegnano a migliorare le loro prestazioni ambientali e ridurre l’inquinamento, ma non solo. Devono dimostrare la conformità legale, riferire in modo trasparente sui loro impatti e collaborare con le autorità pubbliche. Questi 3 aspetti rendono EMAS un ottimo strumento ambientale, che può essere incentivato da parte delle amministrazioni pubbliche.
Sul sito della Commissione Europea sono disponibili vari materiali informativi, con diversi livelli di approfondimento (dalla brochure sintetica, alle vere e proprie guide rivolte a singole tipologie di possibili utilizzatori di questo tipo di certificazione).

Alcune istituzioni premiano la registrazione EMAS attraverso vantaggi specifici (meno ispezioni, esenzioni su obblighi di segnalazione, agevolazioni fiscali, ecc.), di cui si parla nei risultati dello studio Reinforcing Added Value for EMAS (RAVE) realizzato dalla Scuola Sant’Anna di Pisa.
Lo studio ha indagato sulle misure per rafforzare il valore aggiunto EMAS per le autorità e le organizzazioni. Si è in particolare soffermato su tre aspetti: il potenziale di alleggerimento normativo nel guidare le registrazioni EMAS e apportare benefici alle autorità, la capacità di EMAS di facilitare la segnalazione alle autorità e la sua capacità di innescare opportunità commerciali. Viene presentata l’esperienza di 11 Stati membri e vengono evidenziate le migliori pratiche per aiutare gli Stati membri a fare il miglior uso di EMAS.

Fonte: ARPAT

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