Migliora l’applicazione del sistema europeo di scambio delle quote di emissione

Le regole che sostengono il sistema di scambio delle quote di emissioni dell’Unione europea sono ben applicate secondo un nuovo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente. Tuttavia, sono ancora necessari miglioramenti nel monitoraggio e nel reporting.

Il Sistema europeo di scambio di quote di emissione (European Union Emissions Trading Scheme – EU ETS) è il principale strumento adottato dall’Unione europea, in attuazione del Protocollo di Kyoto, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori industriali caratterizzati da maggiori emissioni.

L’ETS fissa un tetto massimo al livello totale delle emissioni consentite a tutti i soggetti vincolati dal sistema, ma consente ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato quote di emissione di CO2, secondo le loro necessità, all’interno del limite stabilito. Il quantitativo totale delle quote in circolazione nel Sistema è definito a livello europeo in funzione degli obiettivi UE al 2020.

Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente “Application of the European Union Emissions Trading Directive in 2015” offre una panoramica delle informazioni fornite nel 2016 dagli Stati membri in merito all’attuazione della direttiva europea sul sistema ETS fino al 2015, secondo quanto previsto dall’articolo 21 della direttiva stessa.

La valutazione, effettuata dall’Agenzia europea attraverso la somministrazione di un questionario, ha permesso di individuare quattro settori in cui la direttiva è stata ben attuata:
– l’uso di una certa elasticità per ridurre gli oneri amministrativi per i più piccoli emittenti;
– la completezza dei piani di campionamento per determinare meglio le emissioni;
– l’utilizzo di metodi più precisi da parte degli impianti per misurare le emissioni;
– il numero decrescente di denunce contro le società accreditate incaricate di verificare le relazioni sulle emissioni.

Il rapporto individua anche alcune aree di miglioramento, in particolare:
– una migliore informazione degli operatori circa possibili miglioramenti nel monitoraggio;
procedure di verifica più dettagliate;
– una migliore informazione sull’utilizzo dei biocarburanti ed una migliore attuazione dei requisiti di monitoraggio e di comunicazione da parte degli operatori di aeromobili;
– una migliore comunicazione alle autorità da parte degli operatori circa le modifiche alle loro installazioni;
– un migliore coordinamento tra le varie autorità all’interno dei paesi;
– un miglioramento della segnalazione da parte dei Paesi sulle sanzioni per non conformità.

Fonte: ARPAT

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