Milano, sequestro nell’area Bisceglie. I sigilli disposti dalla Procura

Sequestro nell’area Bisceglie. Sos per l’acqua. Sorgono palazzi sui rifiuti tossici. Le bonifiche appaltate e mai fatte. I sigilli disposti dalla Procura all’area dell’ex cava-discarica di Geregnano, ai confini ovest di Milano, tra i nuovi centri direzionali in costruzione e il capolinea della metropolitana di Bisceglie

Fonte “Repubblica”.

Sequestro nell’area Bisceglie.
Sos per l’acqua. Sorgono palazzi sui rifiuti tossici.
Le bonifiche appaltate e mai fatte.

I sigilli disposti dalla Procura all’area dell’ex cava-discarica di Geregnano, ai confini ovest di Milano, tra i nuovi centri direzionali in costruzione e il capolinea della metropolitana di Bisceglie

“L’Arpa ha svolto la sua attività in maniera irreprensibile.
La responsabilità?
Del Comune”, ribatte il governatore Roberto Formigoni.

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Bell’esempio davvero, per i ragazzi del Beccaria.
Lì, di fronte alle finestre sbarrate dell’istituto di pena minorile di Milano, si consuma l’ultimo scandalo di concessioni edilizie facili, di veleni sepolti e mai bonificati, di controlli assenti e responsabilità liquide in nome del dio cemento. I sigilli disposti dalla Procura all’area dell’ex cava-discarica di Geregnano, ai confini ovest della città, tra i nuovi centri direzionali in costruzione e il capolinea della metropolitana di Bisceglie, raccontano dell’ennesimo cortocircuito tra profitto privato e salute pubblica. Pesticidi, diossina, metalli pesanti, pcb, solventi clorurati, idrocarburi: quasi due milioni di metri cubi di rifiuti indifferenziati e nocivi, accumulati quando non era reato scaricarli nelle cave dismesse, che sgocciolavano nella falda. Bonificarli sarebbe costato troppo, 700 euro al metro quadro: meglio una più economica, ed epidermica, messa in sicurezza. Qui sopra dovevano sorgere due torri d’appartamenti di 30 piani, un falansterio di uffici da 40 piani, un nido e un asilo. Nonostante la prima indagine comunale sui terreni, datata 1998-99, avesse urlato quei rischi. Nonostante un parere della Regione Lombardia del 2002 che ammoniva dal costruire sulle aree contaminate. Nonostante le sospensive e le richieste di integrazione della Conferenza dei servizi. Chi ha chiuso gli occhi? Chi ha approvato il progetto senza ordinare, come scrive il pm Paola Pirotta, “una preventiva e completa rimozione dei rifiuti ivi stoccati”? Quanto costa bonificare un’area da 300mila metri quadri? E quanti siti a rischio contano Milano e provincia?

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